Monnalisa compie il primo anno sull’AIM e presenta il bilancio integrato

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Le sfide e le opportunità legate alla sostenibilità integrata nel business, anche nel segmento dell’abbigliamento per bambini

Una società che diventa maggiorenne e che, nel farlo, porta a casa un doppio primato contemporaneamente. Presenta per la prima volta dopo 18 anni di attività un bilancio integrato e, allo stesso tempo, diventa l’unica società del nostro Paese, tra quelle quotate sull’AIM, a presentare un bilancio integrato.

Facciamo un passo indietro: stiamo parlando di Monnalisa, holding operativa del Gruppo Monnalisa, leader nel settore abbigliamento e accessori di alta gamma per bambini. Un settore che sta affrontando sfide importanti, partite ormai da tempo e che discendono essenzialmente dalla concorrenza forte esercitata da marchi che sono attivi su tutti i segmenti del settore abbigliamento e che, al loro interno, hanno anche una sezione dedicata all’abbigliamento per bambini. Un contesto in cui Monnalisa ha la sua peculiarità, vale a dire la volontà, sin dalle origini, di eleggere gli ambiti dell’abbigliamento e degli accessori di alta gamma per bambini ad esclusive aree di competenza societarie. E che, quindi, gioco forza, ha a che fare con una concorrenza estremamente sfidante.

Altra sfida per Monnalisa nell’attuale contesto di mercato? “Alcune aziende sono rimaste estremamente legate esclusivamente al tessuto e alla dimensione del nostro Paese, mentre noi siamo riusciti a travalicare i confini nazionali con una fetta pari al 67% del nostro fatturato proveniente dall’estero” analizza Sara Tommasiello, CFO, HR Manager di Monnalisa. Ricordando, allo stesso tempo, la presenza della società in Russia, Regno Unito Medio Oriente e regione dell’Estremo Oriente.

Tornando alla più stretta attualità, viene spontaneo chiedersi perché, proprio oggi sia stata avvertita la necessità di presentare un bilancio di tipo integrato, vale a dire un documento contabile che offra un rendiconto delle performance economiche, sociali ed ambientali all’interno di un documento unico più ampio contenuto nel più “classico” dei bilanci. Sara Tommasiello, con estrema linearità, mette in luce alcune delle ragioni che hanno portato la società alla scelta di questo tipo, diretta conseguenza dell’impegno maturato negli ultimi anni in materia di sviluppo sostenibile.

“La sostenibilità è un ingrediente strategico presente nell’impiego di tutti i capitali di Monnalisa” spiega Sara Tommasiello. E continua: “significa che andiamo oltre il concetto di sostenibilità coniugato esclusivamente ai modi e ai tempi del capitale umano”.

A conti fatti, quello che succede è che in Monnalisa il concetto di sostenibilità non è un corollario aggiuntivo che viene inserito nei canoni societari in un secondo momento o, più che altro, a seconda del momento, ma piuttosto qualcosa che vive di pari passo con lo sviluppo societario stesso. Un’annotazione particolarmente intuitiva ed utile emerge da una sua riflessione: “Non abbiamo avuto risorse ad hoc al nostro interno dedicate alle tematiche di sostenibilità, ma tutto il nostro personale, in tutte le forme e i livelli di impiego, hanno mostrato un evidente impegno in direzione di sostenibilità”.

Si è trattato, dunque, di un impegno comune condiviso che ha prodotto i suoi risultati tanto a livello di indirizzo in senso lato, quanto anche sotto forma di un impegno concreto e tangibile.

Esempi concreti? “Abbiamo orari personalizzati per tutti i dipendenti, non solo per le donne nel caso di maternità, ma anche in caso di accudimento richiesto nel caso di genitori anziani” spiega Tommasiello. Ancora, altri esempi, sono da ricercare negli apparati fotovoltaici che sono stati realizzati sui nostri principali edifici, nonché un parco auto disponibile per i dipendenti composto in larghissima parte da auto elettriche.

Un giusto mix che travasa in maniera quasi automatica in 21 tematiche e 6 macro-aree: governance (strategie di sostenibilità, valori e mission, standard/codici etici), Responsabilità sociale (salute e sicurezza sul lavoro, gestione delle diversità e pari opportunità, sviluppo e formazione delle risorse umane, rispetto dei diritti umani, condizioni di lavoro, politiche di work-life balance), responsabilità ambientale (packaging sostenibile, utilizzo delle materie prime, efficienza energetica, sostenibilità dei materiali, gestione dei rifiuti), responsabilità economica (performance economiche, programmi di valutazione dei fornitori, codice di condotta), responsabilità di prodotto (eco-design e innovazione di prodotto; protezione salute e sicurezza), collettività (sviluppo modello economico innovativo, investimenti in ricerca e sviluppo). Un giusto mix, in altre parole, che ci permette di guardare ai prossimi mesi con gli strumenti per cogliere sfide ed opportunità del momento e del mercato di settore.