Guerra dei dazi: Fed e presidenziali nel mirino

Frederiek Van Holle -

I due eventi principali di questa settimana sono stati la decisione della Fed sulla politica monetaria e l’ulteriore intensificarsi della guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti.

Anche se Powell ha deciso di effettuare il taglio di 25 punti base, ha comunque chiaramente deluso gli investitori che avevano prezzato una lunga serie di tagli. Il presidente della Banca centrale americana ha smorzato le aspettative di ulteriori tagli dei tassi, impegnandosi allo stesso tempo a cessare la riduzione del bilancio della Fed.

I mercati azionari e obbligazionari hanno reagito pacatamente ai segnali contrastanti mandati da Powell. Trump d’altra parte, è riuscito con un solo tweet a colpire e innervosire i mercati azionari imponendo una tariffa del 10% sui 300 miliardi di dollari di merci cinesi a partire da settembre. Trump vuole, per dirla a parole sue, “tassare la Cina fino a quando un accordo non sarà raggiunto”.

Questo tipo di retorica causerà certamente una reazione da parte dei cinesi, con conseguente aumento dell’incertezza, specialmente sulle prospettive di crescita. Forse Trump sta solo cercando di raggiungere due obiettivi contemporaneamente.

In primo luogo, forzare la mano della banca centrale aumentando l’impatto negativo della guerra commerciale. In secondo luogo, lasciare che la guerra commerciale si intensifichi, in modo che si possa giungere a un accordo a ridosso delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. In ogni caso, questo tipo di contesto non favorisce l’assunzione di rischi.

La brusca fuga verso la sicurezza ha portato la curva tedesca dei rendimenti al di sotto dello zero. La più grande economia dell’area dell’euro si è unita alla Danimarca e alla Svizzera nell’offrire rendimenti negativi agli investitori nel caso in cui i titoli siano detenuti fino alla scadenza, portando il totale del debito ad alto merito creditizio con rendimento negativo a 14 mila miliardi di dollari a livello globale.

I mercati azionari sono calati drasticamente e anche le obbligazioni ad alto rendimento hanno risentito di questo movimento di riduzione del rischio.


Frederiek Van Holle – gestore del DPAM L Global Target Income B EUR Capitalisation – Degroof Petercam Asset Management