The House: I’ll be home tonight – Hermann Bergamelli | Fabio Ranzolin

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I’ll be home tonight, una doppia personale di Hermann Bergamelli (Bergamo, 1990) e Fabio Ranzolin (Vicenza, 1993), curata da Irene Sofia Comi (The House).

Con forte aderenza al contesto domestico, la mostra vuole riflettere sull’idea di “casa” come microcosmo:  un rifugio labile, uno spazio invisibile ma valicabile, che porta con sé tutte le contraddizioni del nostro vissuto quotidiano. All’interno di questo panorama eterogeneo, la casa diventa al tempo stesso simbolo e soglia tra contrasti: interno ed esterno, privato e pubblico, personale e collettivo.

 

 

Allo stesso modo, le ricerche dei due artisti si caratterizzano per un dialogo tra opposti, ma solo  apparentemente: nonostante gli approdi formali e i processi creativi antitetici – Bergamelli più materico ed istintivo, Ranzolin più vicino ad una matrice puramente concettuale – la loro poetica muove dalle  medesime necessità. Manipolatori di stimoli, gli artisti leggono il presente attraverso una sensibilità affine e tessono con i loro lavori una fitta trama di corrispondenze: per entrambi sono fondamentali i concetti di intimità e di mondo esterno, di cui si riappropriano attraverso materiali di seconda mano o oggetti prelevati dalla città, intrisi di storia e memorie altrui.

Attraverso le opere di Bergamelli e Ranzolin, I’ll be home tonight è pensata per far immergere il visitatore,  stanza dopo stanza, in un gioco di visioni dense e di innesti mnemonici che nutrono le nostre abitudini quotidiane e domestiche.

 

 

The House è un progetto dedicato all’arte emergente e alla ricerca, ideato dall’architetto e appassionata d’arte Michela Genghini. Ha sede in uno spazio privato, un appartamento che è al tempo stesso abitazione e studio di architettura, nel quartiere di Porta Venezia a Milano. Pensato come spazio di dialogo nell’ambiente domestico, attraverso mostre ed eventi, vuole dare vita ad occasioni di incontro: connessioni e scambi sinergici tra linguaggi, saperi e pensieri.

 

 

Hermann Bergamelli (Bergamo, 1990) vive e lavora a Bergamo. Frequenta il corso di “Scenografia” all’Accademia di  Belle Arti di Brera di Milano per poi laurearsi in “Nuove tecnologie per l’arte” all’Accademia di Belle Arti G. Carrara a Bergamo. Dopo un breve periodo di formazione a San Francisco, nel 2018 vince una borsa di studio per la Central Saint Martins di Londra. Tra le mostre più recenti si ricordano le personali: Stracci a parte, curata da Daniele Maffeis  (Spazio Giacomq, Bergamo, 2018); R?, curata da Michele Bonuomo (Galleria Biffi, Piacenza, 2019); e la collettiva: The useless land, curata da Irene Sofia Comi ed Elda Maresca (Castello di Lajone, Quattordio (AL), 2018).

Fabio Ranzolin (Vicenza, 1993) vive e lavora tra Venezia e Vicenza. Si laurea in “Arti Visive e dello Spettacolo” all’Accademia di Belle Arti di Venezia e frequenta la masterclass di Alberto Garutti allo IUAV di Venezia. Inserito nella lista di Cesare Biasini Selvaggi in “222 artisti emergenti sui quali investire” (Exibart, 2017 e 2018), nel 2016 vince il terzo premio come migliore artista alla Fondazione Bevilacqua La Masa, nel 2018 la menzione speciale al Premio Francesco Fabbri – VII edizione e nel 2019 viene selezionato dal progetto internazionale UKYA per rappresentare  l’Italia in Inghilterra. Tra le mostre più recenti si ricordano le personali: Bye Bye Circo Massimo, curata da Amalia Nangeroni (Montoro12 Contemporary Art Gallery, Roma, 2018); I’ve fallen from grace, curata da Massimiliano Schiozzi (ZimmerFrei Art Gallery, Trieste, 2016); e le collettive: UK Young Artists City Takeover, curata da Matt Woodham (One Thoresby Street, Nottingham, 2019) e Yes and More No, curata da Matilde Cesareo (Galerie Espace Thorigny, Parigi, 2019).