Legge di bilancio e pensioni, le misure che verranno previste

-

Nella lettera indirizzata dal Ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri al Vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis e al Commissario Pierre Moscovici recante a risposta alla richiesta di chiarimenti sul Documento Programmatico di Bilancio del 15 ottobre scorso vi è anche una parte dedicata alle pensioni con particolare riferimento a quota 100.

In particolare si sottolinea come tale canale di pensionamento anticipato   resterà in vigore fino al 2021, come originariamente previsto. Anche se questa politica comporta dei costi, viene sottolineato, non altera i pilastri chiave del nostro sistema pensionistico, come un’alta età pensionabile obbligatoria.

L’impianto originario della misura rimarrà allora intatto superandosi la ipotesi che era circolata secondo cui si sarebbe potuto introdurre uno “slittamento” di ulteriori 3 mesi delle finestre mobili al momento previste, vale a dire 3 mesi dal raggiungimento dei requisiti per i lavoratori dipendenti del settore privato e 6 mesi per i lavoratori dipendenti del settore pubblico.

Quali sono allora le misure che dovrebbero trovare sede nella prossima Legge di Bilancio? Dovrebbe prevedersi in primo luogo una proroga di 1 anno di opzione donna che al momento vige fino al 31 dicembre 2019 per le donne lavoratrici che hanno maturato un’anzianità contributiva pari ad almeno 35 anni e hanno raggiunto almeno 58 anni di età anagrafica se dipendenti, elevati ad almeno 59 anni se autonome, entro il 31 dicembre 2018.

In caso di adesione a tale canale di pensionamento si applica poi la finestra mobile pari a 12 mesi dalla data di maturazione dei previsti requisiti, nel caso in cui il trattamento pensionistico sia liquidato a carico delle forme di previdenza dei lavoratori dipendenti e a 18 mesi dalla data di maturazione dei previsti requisiti, nel caso in cui il trattamento sia liquidato a carico delle gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi.

A tendere si ragiona sulla possibilità di introdurre in maniera stabile dal 2022, terminata anche la sperimentazione di quota 100 e prevedendosi altri differimenti di quota 100  un nuova modalità di flessibilità in uscita sia per le donne che per gli uomini con il requisito anagrafico di 64 anni e almeno 20 anni di contributi versati e calcolo della pensione integralmente con il calcolo contributivo.

Ulteriore tassello previdenziale che dovrebbe comporre il mosaico della manovra finanziaria è poi la proroga di un anno dell’Ape soaicl che ugualmente potrebbe in futuro evolvere  a misura strutturale con dei ritocchi per agevolare le lavoratrici madri. Altamente probabile è poi  il ripristino  della rivalutazione piena delle pensioni tra i 1500 e i 2000 euro lordi. Va ricordato come nel periodo 2019-2021 è riconosciuta la perequazione sulla base di sette fasce con aliquote decrescenti, relative ai trattamenti pensionistici di importo complessivo fino a 9 volte il trattamento minimo.

Al momento l’adeguamento all’inflazione del 100% è solo per gli assegni fino a 3 volte il minimo del trattamento INPS (pari a 1.522,26 euro lordi mensili per il 2018 e a 1.539 per il 2019).  Per gli importi superiori e fino a 4 volte il minimo è garantito il 97% dell’adeguamento, misura che scende al 77% per le pensioni tra 4 e 5 volte e al 52% per quelle tra 5 e 6 volte il trattamento minimo.

La rivalutazione è poi riconosciuta in misura inferiore al 50% per le pensioni con importi più alti, precisamente al 47% per quelle tra 6 e 8 volte il trattamento minimo, al 45% per quelle tra 8 e 9 volte e al 40% per gli importi superiori a 9 volte la pensione minima INPS.