Il surriscaldamento globale, una delle piaghe dell’umanità

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La lotta al riscaldamento globale potrebbe perdere un indispensabile alleato nel 2025: l’Artico. Fra poco più di quattro anni, il ghiaccio al Polo Nord potrebbe perdere del tutto la sua capacità di respingere il calore e proteggere le acque da un surriscaldamento eccessivo. Fino ad oggi l’Artico ha svolto quello che in un PC fa un dissipatore, abbassa la temperatura, in un caso della Terra, nell’altro dei componenti elettrici o elettronici.

Senza le protezioni garantite dall’Artico, i processi di cambiamento climatico rischiano di divenire ancora più rapidi. Non solo regola i fenomeni atmosferici, ma l’enorme distesa di ghiaccio rappresenta anche un filtro per le acque più profonde, facendo come da barriera  alle radiazioni solari.

Per evitare che il calore solare raggiunga le acque e provochi un eccessivo riscaldamento, è necessaria una calotta di spessore superiore ai 40-50 centimetri. Al di sotto di questa soglia, il ghiaccio perde le sue capacità di filtro, così come anche si riduce la rifrazione della radiazione del sole. La principale conseguenza è un aumento delle temperature delle acque, che potrebbe arrivare a due gradi centigradi in eccesso in pochissimi anni.

Piccole, grandi azioni contro il surriscaldamento

Il riscaldamento climatico è un problema enorme e neanche il più facile da risolvere, ma ciascuno può fornire il proprio contributo e la somma di tanti comportamenti individuali avrebbe un impatto diretto, positivo e misurabile, e uno indiretto di ancora maggior forza perché modificando la domanda spingerebbe i produttori a modificare l’offerta e spingerebbe chi ha poteri decisionali a fare scelte più sagge.

Negli spostamenti meglio il treno o l’autobus, oppure l’auto elettrica, ma comunque bisogna utilizzare il meno possibile l’aereo, quindi è sempre meglio scegliere per le vacanze località per le quali non è necessario volare.

Anche a tavola possiamo fare la differenza, se invece di pollame e carni rosse scegliamo pesce e verdure risparmiando così circa 1 tonnellata di CO2, meglio ancora se si preferiscono cibo locale e stagionale.

Dal punto di vista ambientale il nemico numero uno sono le carni rosse perché richiedono un consumo di terra enorme e sproporzionato rispetto alle calorie fornite e per l’emissione di metano in seguito alla ruminazione.

Le nostre case fanno anch’esse la loro parte, il modo in cui le riscaldiamo e raffreddiamo, la tecnologia dei nostri elettrodomestici e il modo in cui li usiamo fanno anch’essi la loro differenza.

Bisogna quindi moderare tutte le proprie abitudini e piano piano modificare le proprie abitudini.

Quanto tempo ci resta?

Secondo gli esperti, oggi solo meno del 14% del ghiaccio artico mantiene la sua funzione protettiva, una percentuale che potrebbe addirittura peggiorare nei prossimi anni, fino a raggiungere lo zero nel 2025. Questo vuol dire che, in poco più di quattro anni, i cambiamenti climatici potrebbero subire una profonda accelerazione, con tutte le conseguenze pericolose del caso sia sulla sopravvivenza dell’uomo che degli habitat naturali.

Sarebbe quindi una buona cosa che i governi centrali creassero degli incentivi, non solo alle aziende, ma anche ai cittadini che decidono uno stile di vita più sostenibile, perchè così ognuno si sentirebbe veramente importante.