Pericolo inflazione, come gestire la liquidità di portafoglio in un contesto rischioso

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Negli anni delle progressive aperture dei paesi agli scambi commerciali, i volumi crescenti del commercio internazionale abbassavano i costi e mettevano in moto un circuito virtuoso nel quale sempre più produttori potevano misurarsi su nuovi mercati. Ora però, sembra che gli anni entusiasmanti dell’interconnessione tra le aree più lontane del mondo cedano il passo a un tempo di fragilità globale.

È tempo di una ricerca nuova, “trovare l’alba dentro l’imbrunire”, l’ossimoro di Battiato, di cui abbiamo ricordato in questi giorni l’anniversario della scomparsa, tiene assieme l’alba, simbolo di un nuovo inizio, e l’imbrunire, simbolo della fine, portatore di oscurità. La lettura superficiale del testo mette in evidenza il contrasto ma il senso profondo inteso dall’autore è la continuità tra ciò che finisce e ciò che inizia.

Il nostro imbrunire è la fase di cambiamento di regime in cui stiamo entrando, le sfide si fanno tanto più indecifrabili quanto più aumentano i rischi geopolitici, le aziende si riposizionano su mercati più vicini e meno rischiosi, aumenta la sicurezza delle forniture ma parimenti aumentano i costi.

L’imbrunire del “Buy American” di Trump sembra trovare un nuovo inizio nella presidenza democratica di Biden che, con parole diverse, sembra riprenderne il programma: “compreremo americano per assicurarci che tutto, dal ponte di una portaerei all’acciaio dei guardrail autostradali, sia prodotto in America” ha detto Biden pochi giorni dopo l’invasione russa dell’Ucraina.

La Cina risponde imponendo alle élite del partito di liberarsi da proprietà e asset tenuti fuori dai confini nazionali. Vedendo forse le sanzioni applicate agli uomini di potere russi, una recente direttiva interna del Partito Comunista vieta agli alti funzionari di possedere proprietà all’estero o partecipazioni in entità estere, sia direttamente che attraverso coniugi e figli.

L’aumento dei tassi d’interesse, l’inflazione elevata, la guerra in Ucraina e il rallentamento dell’economia cinese hanno colpito i mercati azionari, a peggiorare le cose si aggiunge la percezione dell’affievolimento della “Fed put”, la banca centrale americana sembra meno disposta a venire in soccorso dei mercati finanziari o, perlomeno, non prima di aver ripreso il controllo delle aspettative dell’inflazione più alta degli ultimi quattro decenni.

Nessuno può dire cosa accadrà domani ma un paio di punti fermi, cercando di andare oltre la lettura superficiale, li possiamo mettere:

1. la prima considerazione è di natura economica: tutto gira attorno all’inflazione, le sue dinamiche non sono scritte sulla pietra e non sono rette da leggi naturali.  A fine 2021 un panel di 36 analisti del settore privato stimava l’inflazione a 4,9%, le previsioni dei banchieri centrali non sono state più precise. Il punto però non è esercitarsi nelle previsioni quanto evitare considerazioni affrettate.

Negli Stati Uniti l’inflazione potrebbe essere vicina al picco, gli aumenti della misura core (al netto delle componenti alimentari ed energetiche, per loro natura volatili) hanno iniziato a rallentare. A marzo l’indice ha registrato un aumento mensile dello 0,3%, il ritmo più lento degli ultimi sei mesi. Le aspettative di inflazione a tre anni negli Stati Uniti sono scese al 3,7% a marzo.

2. Da questa considerazione deriva la seconda che è soprattutto un ammonimento: attenzione a quello che gli psicologi cognitivi chiamano “extrapolation bias”, la naturale tendenza ad amplificare quanto è accaduto più di recente, proiettare nel futuro i fatti più freschi nella memoria. È una distorsione cognitiva che rischia di ancorare il futuro a un presente cristallizzato.

La correlazione spuria tra azioni e obbligazioni ha reso da tempo sub-efficienti i portafogli bilanciati tradizionali, “di voi che resta, antichi amori” potremmo mestamente fischiettare. Le classi di attivo tradizionalmente direzionali sono motori di performance nelle fasi di crescita ma sono specularmente vulnerabili nelle fasi di rallentamento o recessione o di rialzo dei tassi.

La scelta della liquidità deve essere accompagnata dalla consapevolezza dell’erosione di valore causata dall’inflazione. La diversificazione del portafoglio dovrebbe orientarsi verso strategie alternative liquide, strategie multi-asset a bassa volatilità, strategie per quanto possibile market-neutral, obbligazioni legate ai rischi assicurativi. Il valore non è nelle singole asset class ma nella diversificazione in sé.