Raiffeisen CM – mercati emergenti: perché il contesto macroeconomico è favorevole

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La politica monetaria statunitense, l’economia americana e cinese, i conflitti e i rischi geopolitici continuano a dominare i mercati finanziari. Ma anche gli utili societari e le prospettive aziendali esercitano un’influenza significativa sui prezzi, pur non facendo notizia. L’andamento degli utili continua a sostenere in larga misura le quotazioni azionarie, soprattutto negli Stati Uniti ma anche in numerosi mercati azionari europei.

Via libera dalla Federal Reserve?

I dati della banca centrale e quelli sull’inflazione USA hanno inviato messaggi contrastanti, che tuttavia non sembrano aver turbato i mercati azionari globali. I tagli dei tassi d’interesse sono stati rimandati, in considerazione dei solidi dati su attività economica e mercato del lavoro. D’altra parte, i tassi d’inflazione al consumo e alla produzione sono stati leggermente migliori, ovvero l’inflazione è scesa un po’ più rapidamente del previsto. Ciò suggerisce che non dovremmo assistere a ulteriori forti spinte al rialzo dei rendimenti obbligazionari statunitensi e del dollaro USA.

In termini fondamentali, questo scenario sarebbe positivo per le azioni e le obbligazioni dei mercati emergenti, e potrebbe dare alle banche centrali di molti paesi un maggiore margine di manovra per tagliare i tassi d’interesse, se non devono temere importanti svalutazioni della valuta rispetto al dollaro USA. Almeno in teoria. Resta da vedere se ciò si concretizzerà nella pratica.

In generale, va sottolineato ancora una volta che, sebbene i titoli azionari dei mercati emergenti siano considerati un’asset class unica, essi sono più eterogenei che mai e pertanto tali affermazioni generali possono fornire solo un quadro iniziale e approssimativo.

Le economie esportatrici di materie prime, ad esempio, si comportano in modo molto diverso da paesi come la Cina o l’India. Anche questi due pesi massimi dell’universo dei mercati emergenti sono molto diversi. Mentre la Cina ha perso il favore di molti investitori da anni, l’India gode di una popolarità ininterrotta. Il mercato azionario cinese sta passando da economico ad ancora più economico, mentre quello indiano sta attraversando il processo opposto per ragioni comprensibili.

Cambiano le dinamiche geopolitiche: l’India attrae e la Cina preoccupa

I processi democratici (un’altra grande elezione si è appena svolta in gran parte senza disordini), il rischio molto più basso di comportamenti arbitrari da parte delle autorità e un livello di certezza del diritto in India non perfetto, ma comunque abbastanza buono, offrono vantaggi significativi per i quali gli investitori sono disposti a pagare corrispondenti premi di rischio.

Naturalmente anche la geopolitica gioca un ruolo importante: la Cina è da tempo nel mirino degli Stati Uniti dal punto di vista economico e geopolitico ed è quindi soggetta a rischi maggiori. L’India, invece, è corteggiata da Washington come partner, ma non si è ancora lasciata catturare da nessuno e quindi mantiene aperte relazioni economiche lucrative con quasi tutti gli attori internazionali.

Da notare che anche l’Arabia Saudita, uno dei più stretti alleati degli Stati Uniti da decenni, sembra perseguire sempre più una strada simile. Recentemente è scaduto l’accordo concluso 50 anni fa tra il Regno e gli Stati Uniti, che aveva di fatto istituito il petrodollaro, poiché la leadership saudita non lo ha rinnovato. Se sia solo una strategia per migliorare le condizioni o un cambiamento fondamentale nella struttura del potere economico globale (vedi BRICS+) sarà probabilmente più chiaro nei prossimi mesi.

Un contesto favorevole per le azioni dei mercati emergenti

Ma torniamo ai mercati emergenti nel loro complesso. Il contesto economico e di politica monetaria globale che si sta delineando potrebbe essere piuttosto favorevole per le azioni (e le obbligazioni) dei mercati emergenti, a condizione che non si verifichino fattori di disturbo inattesi. Esistono opportunità di investimento in numerosi Paesi, come dimostra il forte sconto di valutazione di molti mercati azionari emergenti rispetto ai mercati sviluppati.

Valutazioni favorevoli, buona crescita e redditività

È chiaro che questi non scompariranno del tutto nel prossimo futuro, ma non è necessario che lo facciano per offrire agli investitori buone prospettive di guadagno. Probabilmente sarà sufficiente che i dati di redditività, spesso molto buoni (dividendi, rendimento del capitale proprio, flusso di cassa, ecc.) di molte società con sede in questi paesi attirino nuovamente l’attenzione degli investitori internazionali. E se anche gli utili societari dovessero aumentare, potrebbe affluire denaro fresco in questi mercati, soprattutto perché la maggior parte dei mercati emergenti continuerà a crescere a un ritmo superiore alla media ancora per qualche tempo. Un’eventuale rottura della tendenza al ribasso già citata nei prossimi mesi potrebbe essere un’indicazione dell’inizio di questo processo