Carmignac – commento ai risultati delle elezioni francesi
Come previsto, l’organizzazione di un “fronte repubblicano” contrario al Rassemblement National è riuscita a impedire l’ascesa al potere dell’estrema destra, dopo la sua vittoria clamorosa al primo turno delle elezioni.
Ciò che ha sorpreso, nel secondo turno, è stata la portata della sconfitta del Rassemblement National.
La nuova Assemblea Nazionale non ha una maggioranza. I partiti di destra hanno ottenuto il maggior numero di seggi, ma la loro componente principale – il Rassemblement National – non potrà formare una coalizione con il centro. Nel frattempo, a sinistra, anche La France Insoumise (estrema sinistra) non potrà partecipare a una collazione allargata. Ciò significa che non c’è spazio per una coalizione maggioritaria tra il resto della sinistra e il centro.
Le maggioranze si formeranno quindi in base ai provvedimenti da votare, in un contesto in cui i temi di consenso saranno particolarmente rari. Lo scenario più probabile è quello di uno stallo che impedisca qualsiasi iniziativa legislativa di rilievo. La Francia gestirà quindi i propri affari quotidiani, fino al prossimo scioglimento (tra più di un anno) o alle dimissioni del Presidente della Repubblica, in un contesto di ulteriore deterioramento dei conti pubblici.
Cosa possiamo aspettarci dai mercati?
È difficile pensare che il credito sovrano francese non si discosti da quello tedesco. Lo spread tra i due, che attualmente oscilla tra i 70 e i 75 punti base, è destinato a salire gradualmente, aumentando il costo del debito francese e contribuendo all’indebolimento dell’economia nazionale.
Sui mercati azionari, nonostante meno del 20% degli utili del CAC40 sia generato in Francia, è possibile che le allocazioni di asset in Francia vengano ridotte in modo permanente. La notizia dello scioglimento dell’Assemblea nazionale francese aveva provocato un calo uniforme di tutti i titoli francesi, mostrando una riduzione indiscriminata dell’allocazione alla Francia. Ora che l’apparente “worst-case scenario” del mercato è stato scongiurato, le migliori società esportatrici dovrebbero tornare a sovraperformare il mercato azionario francese, che risentirà di una chiara e duratura mancanza di dinamismo interno.
La situazione francese sembra inoltre destinata a contribuire all’indebolimento dell’euro, dato lo stallo del motore politico franco-tedesco. La mancanza di iniziativa economica rischia di “europeizzarsi”.