Eurozona: indici PMI segnalano ripresa molto lenta
Il ritorno dell’ottimismo nell’Eurozona, che vediamo da inizio anno, continua a perdere vigore. Sebbene il miglioramento del sentiment delle imprese nei primi mesi e una crescita del PIL migliore del previsto nel primo trimestre avessero sostenuto le speranze di una sorprendente ripresa dell’economia dell’Eurozona, gli ultimi sviluppi si sono rivelati una doccia fredda. E non di quelle che danno sollievo in una calda giornata estiva, ma piuttosto una doccia gelata in inverno, quando la caldaia è rotta.
Per l’Eurozona, l’indice PMI (Purchasing Managers’ Index) composito di luglio, pubblicato oggi (24 luglio) si è attestato a 50,1 punti dai 50,8 di giugno e pericolosamente vicino alla soglia di 50 punti, al di sotto della quale si segnala una contrazione dell’attività economica. Il calo odierno del PMI indica un ulteriore indebolimento dell’economia all’inizio del terzo trimestre. Il PMI manifatturiero è sceso a 45,6 punti, a dimostrazione della persistente debolezza del settore. Allo stesso tempo, anche l’attività dei servizi si è indebolita, con il PMI che è sceso a 51,9. L’unico aspetto positivo dei dati sui PMI di oggi è il fatto che le aspettative sui prezzi di vendita si siano attenuate. Tuttavia, il fatto che i costi degli input siano aumentati suggerisce che non c’è ancora motivo di ritenere vinta la battaglia contro l’inflazione.
Per quanto riguarda le due maggiori economie dell’eurozona, il PMI francese è leggermente migliorato, ma è rimasto ancora lievemente al di sotto della soglia dei 50 punti, a causa del deterioramento del sentiment del settore manifatturiero. Forse in previsione dei Giochi Olimpici di Parigi, il sentiment dei servizi è migliorato. Le letture del PMI della Germania, che ha da poco ospitato gli Europei di calcio, hanno tuttavia dimostrato che ospitare un grande evento sportivo non ha un impatto significativo sull’economia. Infatti, il PMI composito è sceso nettamente al di sotto della soglia dei 50, con un peggioramento del sentiment sia nel settore manifatturiero che in quello dei servizi.
A rischio le stime della Banca Centrale Europea
Con una crescita del PIL dello 0,3% su base trimestrale, l’economia della zona euro ha avuto un inizio d’anno sorprendente. Ancora più sorprendente è il fatto che la crescita del primo trimestre sia stata trainata dalle esportazioni nette e dal settore delle costruzioni. Tuttavia, i dati disponibili per il secondo trimestre suggeriscono che la crescita sia rallentata – un’osservazione che sembra essere condivisa dalla Banca Centrale Europea, come indicato dal Presidente Christine Lagarde nella conferenza stampa della scorsa settimana.
La scorsa settimana la BCE ha modificato il suo linguaggio ufficiale, affermando che i rischi per le prospettive di crescita dell’eurozona non sono più bilanciati, ma inclinati al ribasso. Sebbene questo cambiamento di linguaggio pare essere dovuto principalmente a un secondo trimestre più debole del previsto, è anche alto il rischio che le previsioni di crescita a breve termine della BCE debbano essere nuovamente riviste al ribasso a settembre.
Già a giugno, le proiezioni dello staff della BCE vedevano una crescita del PIL dello 0,4% trimestrale nel Q2 e prevedevano sostanzialmente che essa rimanesse su tale livello fino alla fine del 2026. A questo proposito, è da notare che nella maggior parte degli ultimi due anni la BCE ha dovuto regolarmente ritardare il profilo della ripresa economica, sovrastimando strutturalmente la forza e i tempi della ripresa. È stato con le previsioni di giugno di quest’anno che la banca centrale ha anticipato per la prima volta il profilo trimestrale della ripresa dell’Eurozona – una mossa che, con il senno di poi e tenendo conto degli ultimi sviluppi, appare sempre più prematura.
Ripresa lenta in vista
Tutto sommato, è vero che gli indici PMI non sono tutto, per la crescita dell’Eurozona. Tuttavia, i dati odierni (24 luglio) non dipingono un quadro roseo delle prospettive di crescita dell’area e illustrano ancora una volta la lentezza della sua ripresa.