AcomeA SGR- Fed: Powell annuncia possibili tagli, ma servono ulteriori conferme
Durante la conferenza stampa di ieri, il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha chiarito che il FOMC è vicino alla decisione di effettuare il primo taglio dei tassi di interesse. Tuttavia, questa decisione rimane strettamente legata ai dati economici. Gli ultimi segnali indicano che il momento del primo taglio di questo ciclo di politica monetaria si sta avvicinando, ma non è ancora arrivato: occorrono ulteriori conferme. La Fed vuole evitare mosse troppo premature che potrebbero invertire i progressi recenti. Nel corso dell’ultimo incontro, il FOMC ha anche discusso la possibilità di un taglio immediato, ma alla fine ha deciso all’unanimità di mantenere i tassi fermi al 5.25% – 5.50%.
L’attuale stato dell’economia
Per comprendere meglio la posizione della Fed, è utile capire quale sia la loro valutazione sullo stato attuale dell’economia statunitense. Nel comunicato stampa sottolineano che la crescita economica rimane solida e la domanda interna è sostenuta. Powell ha specificato che l’economia non è debole, ma nemmeno surriscaldata come lo era un anno fa. Nel mercato del lavoro, la domanda e l’offerta di lavoratori sono più bilanciate, grazie principalmente all’aumento dell’offerta di lavoro, favorito dai flussi migratori. Nonostante il recente aumento, il tasso di disoccupazione rimane contenuto. Il mercato del lavoro è dunque tornato ai livelli pre-pandemia: solido ma non inflazionistico. L’inflazione ha fatto progressi verso l’obiettivo del 2%, con un rallentamento che ha interessato tutte le componenti del paniere, dai beni ai servizi.
Come tradurre questo in una decisione di politica monetaria?
Sembra che lo scenario attuale sia ideale per iniziare a normalizzare i tassi di riferimento, e la Fed lo riconosce. Tuttavia, per considerare un taglio nel prossimo incontro di settembre, la Fed vuole essere certa che l’economia continui a svilupparsi come recentemente osservato: una crescita economica sostenuta ma non surriscaldata e un’inflazione in rallentamento, linea con i dati di maggio e giugno. Se l’inflazione dovesse riaccelerare, i tassi dovranno rimanere alti più a lungo, mentre un mercato del lavoro in rapido indebolimento potrebbe giustificare tagli più aggressivi.
L’importanza di entrambi i mandati della Fed
Per la prima volta, nel comunicato stampa è stato dato uguale peso ai due mandati della Fed: la stabilità dei prezzi e la piena occupazione. Powell ha sottolineato che, mentre in passato l’attenzione era concentrata sull’inflazione, ora che questa si avvicina al target del 2%, è necessario preoccuparsi anche della massima occupazione.
Durante la sessione di Q&A, è emersa una divisione tra coloro che vedono il recente indebolimento del mercato del lavoro e dell’economia come una normalizzazione dopo il periodo surriscaldato post-pandemia e quelli che lo interpretano come un primo segnale di una possibile recessione. Quest’ultimo gruppo ha sottolineato gli effetti ritardati della politica monetaria sull’economia reale e i rischi in termini di economia reale di un taglio tardivo dei tassi. Powell, tuttavia, sembra rimanere nel primo gruppo, non manifesta urgenza nel voler normalizzare i tassi, affermando che la crescita economica non può essere certo definita debole e che il mercato del lavoro rimane solido ma non inflazionistico.
Prossimi passi della Fed
La Fed è pronta a tagliare i tassi già a settembre, se i dati lo permetteranno. Dopo il primo taglio, la Fed continuerà a basare le sue decisioni sui dati economici, senza dare indicazioni precise sul ritmo dei futuri interventi.