Natixis IM Global Retirement Index 2024: sicurezza pensionistica globale stabile nonostante le difficoltà individuali
Per Natixis IM, le condizioni pensionistiche rimangono stabili quest’anno, dopo che l’indice 2023 ha visto quasi tutti i Paesi sviluppati migliorare il proprio punteggio di sicurezza pensionistica. I Paesi che hanno ottenuto i migliori risultati nell’annuale Global Retirement Index si sono classificati in modo più uniforme in tutti i sottoindici, mostrando una stabilizzazione delle prospettive pensionistiche globali. L’elenco dei Paesi che si posizionano nella top 10 dell’indice è rimasto invariato per due anni consecutivi. Tuttavia, sono i singoli individui a sentire la pressione, poiché sempre più persone si rendono conto di essere da sole quando si tratta di finanziare il proprio reddito in età avanzata. Nell’indice di quest’anno, la Svizzera ha scalzato la Norvegia (adesso al secondo posto con 81%) dal primo posto, con un punteggio complessivo dell’82%. I primi 10 posti rimangono invariati: Islanda (3°), Irlanda (4°) e Australia (7°) mantengono tutte le proprie posizioni. La Germania e la Danimarca hanno fatto un balzo in avanti rispetto all’anno scorso, occupando rispettivamente l’8° e il 9° posto, mentre i Paesi Bassi hanno superato il Lussemburgo al 5° posto, facendolo scendere al 6°. La Nuova Zelanda, invece, registra il cambiamento più significativo nella classifica dei Paesi più performanti, scendendo di due posizioni fino al 10° posto. E l’Italia perde tre posizioni, dal 28° posto del 2023 all’attuale 31° nonostante un aumento del punteggio accumulato: dal 62% al 64%.
Realizzato in collaborazione con Core Data Research, il GRI fornisce un benchmark globale che incorpora un’ampia varietà di fattori essenziali per beneficiare di una pensione sana e sicura. Questi includono importanti fattori finanziari, nonché considerazioni come l’accesso e il costo dell’assistenza sanitaria, le condizioni climatiche, lo stato di governo e la felicità generale della popolazione. Le classifiche del GRI sono relative, non assolute, e si basano su un aggregato di punteggi medi dallo 0 al 100% per 18 misure di performance in ciascuno dei quattro sottoindici – Finanze in pensione, Benessere materiale, Salute e Qualità della vita – che vengono combinati per fornire un quadro complessivo.
Sui risultati di quest’anno Marco Barindelli, Country Head Italy di Natixis IM ha commentato: “È positivo vedere una serie di risultati coerenti nell’indice di quest’anno, anche se c’è ancora da migliorare per la maggior parte di essi, dato che la Svizzera è l’unico Paese che si posiziona nelle prime 10 posizioni in tutti e quattro i sottoindici per il secondo anno consecutivo. Per i pensionati è positivo il fatto che l’inflazione sembra essere scesa vicino all’obiettivo e che la salute sta migliorando per la maggior parte dei Paesi dell’indice, anche se le finanze sono complessivamente in calo, soprattutto a causa dell’aumento dei livelli di debito pubblico, del persistere di tassi di interesse elevati e della pressione fiscale. “Questi cambiamenti significano che gli individui stanno sempre più prendendo in mano la propria sicurezza pensionistica. Alla luce di questo cambiamento, i fornitori di servizi finanziari devono essere più proattivi nell’aiutare le persone a risparmiare di più – fino alla pensione e attraverso di essa – offrendo un supporto migliore e soluzioni adatte al contesto odierno e alle esigenze pensionistiche individuali, compreso l’accesso ai mercati pubblici e privati, se vogliamo aiutare a prevenire una crisi pensionistica in futuro”.
Quadro complessivo 2024
La Svizzera, in testa al GRI di quest’anno, vanta un punteggio perfetto nell’indicatore di disoccupazione, che riflette l’impressionante tasso di partecipazione della forza lavoro del Paese.
L’Islanda mantiene il terzo posto in classifica per il secondo anno consecutivo, nonostante il calo nella maggior parte dei sottoindici. In particolare, l’Islanda ha visto la propria posizione nella classifica Salute scendere di sette posizioni (dalla top 10 all’11° posto) anche dopo aver aumentato leggermente il punteggio.
La Norvegia ha registrato un calo sia nel sottoindice del benessere materiale, dal 1° al 6° posto, sia in quello delle finanze e della pensione, uscendo dai primi dieci posti in questo sottoindice e classificandosi al 12° posto, a causa delle diminuzioni dell’indicatore della pressione fiscale, della dipendenza dagli anziani e della governance.
Il Lussemburgo sale del 4% e guadagna il primo posto nel sottoindice Salute, grazie all’aumento del punteggio dell’aspettativa di vita, superando la Norvegia che in precedenza era in testa.
La Slovenia e il Belgio salgono di 4 posizioni in classifica ciascuno, con il Belgio che passa al 15° posto (dal 19°) e la Slovenia che manca di poco la top ten, arrivando all’11° posto (dal 15°).
L’Irlanda si aggiudica il primo posto nel sottoindice Finanze in pensione, dopo aver migliorato il proprio punteggio di un punto percentuale – al 74% – grazie alla costante riduzione del debito pubblico.
Il Regno Unito sale di due posizioni nella classifica GRI di quest’anno, passando al 14° posto, grazie all’aumento del sottoindice Salute, mentre i punteggi dei restanti sottoindici rimangono invariati.
L’Italia perde tre posizioni, dal 28° posto del 2023 all’attuale 31° nonostante un aumento di due punti percentuale del punteggio raggiunto: dal 62% al 64%.
Gli individui si sentono sempre più soli per la sicurezza della pensione
Nonostante le prospettive generalmente positive per la sicurezza pensionistica a livello globale, la survey di Natixis IM sugli investitori individuali evidenzia che il numero di individui che ritengono che sia sempre più una loro responsabilità quella di finanziarsi la pensione in maniera autonoma, piuttosto che affidarsi a pensioni pubbliche e private, è cresciuto dal 67% all’81% tra il 2015 e il 2023. Inoltre, il numero di individui che ritiene che ci vorrà un miracolo per raggiungere la sicurezza della pensione è aumentato dal 40% nel 2021 al 45% nel 2023. Un investitore su cinque (19%) ha dichiarato che anche se avesse risparmiato 1 milione di dollari, non avrebbe potuto comunque permettersi di andare in pensione, compreso il 18% di coloro che hanno già accumulato 1 milione di dollari.
I quattro principali rischi individuali da affrontare oggi:
Tassi di interesse: Mentre i tassi bassi sono stati un rischio fondamentale per i pensionati negli oltre 15 anni successivi alla crisi finanziaria globale, l’attuale contesto di tassi più elevati presenta nuovi rischi. In particolare, con oltre 6.000 miliardi di dollari[1] investiti in fondi del mercato monetario, certificati di deposito e strumenti simili, i pensionati devono essere consapevoli del fatto che la cosiddetta trappola della liquidità potrebbe impedire loro di soddisfare il bisogno di una fonte sostenibile di reddito a lungo termine.
Inflazione: Il peggio potrebbe essere passato, dato che l’inflazione si sta lentamente avvicinando agli obiettivi delle Banche centrali, ma l’aumento dei prezzi post pandemia ha ricordato quanto veloce e grave possa essere. Ora che l’83% degli investitori afferma che i recenti eventi hanno ricordato loro quanto sia grande la minaccia dell’inflazione per la loro sicurezza pensionistica, gli investitori dovranno agire di conseguenza per assicurarsi di essere preparati a eventuali nuovi episodi.
Debito pubblico: il debito pubblico nei Paesi OCSE è più che raddoppiato nel primo trimestre del XXI secolo, quando la politica ha affrontato prima la crisi finanziaria globale e poi la pandemia. Sebbene le misure fossero necessarie per evitare il crollo dell’economia nel breve periodo, la sfera della politica si trova a dover pagare il debito a lungo termine. Un numero crescente di individui teme che venga chiesto loro di pagare il conto e teme che ciò comporti tagli alle prestazioni pensionistiche statali che sono una pietra miliare per i loro piani di pensionamento.
Noi stessi: Una pensione sicura è un viaggio, non una destinazione. Il successo richiede aspettative realistiche e un impegno significativo da parte degli individui. Sebbene molti possano apprezzare questo concetto, non tutti gli investitori fanno ipotesi ragionevoli e si pongono obiettivi realistici. I risultati della survey sugli investitori individuali mostrano che questi ultimi non hanno una visione coerente di ciò che serve per avere successo.
L’Italia: quasi tutti i punteggi in aumento, ma il Paese perde 3 posizioni nella classifica generale
L’Italia scivola quest’anno di tre posizioni nella classifica generale, passando dal 28° al 31° posto, nonostante un +2% nel proprio punteggio complessivo. Il Paese registra segni positivi nei sottoindici Salute e Benessere materiale, mantiene il proprio punteggio e la propria posizione nel sottoindice Finanze in pensione e cala leggermente nel sottoindice Qualità della vita. Il Paese si mantiene appena fuori dalla top 20 nel sottoindice Salute, con una classifica invariata ma un aumento del 3% nel punteggio, che arriva all’84%. Il Paese migliora in tutti gli indicatori di salute, in particolare nell’aspettativa di vita, che passa dall’84% al 90%.
Tuttavia, nonostante questo significativo aumento, non è stato sufficiente a compensare gli analoghi incrementi dell’aspettativa di vita post-COVID in altri Paesi, lasciando l’Italia all’11° posto. Sia la spesa sanitaria pro capite che la spesa sanitaria assicurata registrano un +1% su base annua. L’Italia sale nel sottoindice del Benessere materiale, passando dal 35° al 32° posto, con un aumento del punteggio del 3% (ora al 52%). L’indicatore di uguaglianza del reddito e la disoccupazione migliorano entrambi rispetto allo scorso anno, contribuendo al miglioramento della posizione complessiva nel sottoindice. Tuttavia, mentre il tasso di occupazione complessivo dell’Italia rimane uno dei più bassi della zona Euro, l’indicatore del reddito pro capite subisce un leggero calo del punteggio, scendendo al 70%, anche se il Paese riesce comunque a salire di un posto in classifica.
L’Italia mantiene il 40° posto nel sottoindice Finanze in pensione, mantenendo il punteggio dello scorso anno. Sebbene il Paese registri un calo nella maggior parte degli indicatori inerenti, si registrano segnali positivi con miglioramenti negli indicatori dell’inflazione e dell’indebitamento pubblico. L’Italia si distingue quest’anno come uno dei sette Paesi leader nel controllo dell’inflazione, assicurandosi il primo posto. Questo risultato è in gran parte attribuito al significativo calo dei prezzi dell’energia e alla riduzione della domanda, guidata dall’aumento dei tassi di interesse, che hanno consentito di contenere l’inflazione nel Paese. L’Italia esce dalla top 20 nel sottoindice della qualità della vita, scendendo al 21° posto, con un leggero calo del punteggio, fermo al 72%.
Il Paese conserva il proprio punteggio e posizione in tre dei cinque indicatori, ma registra lievi cali negli indicatori della felicità e dei fattori ambientali. Il leggero calo dei livelli di felicità del Paese può essere attribuito alla diffusa sfiducia nel governo e nelle istituzioni pubbliche, nonché alla qualità dell’aria nelle aree urbane. Tuttavia, l’Italia continua a ottenere buoni risultati in termini di forti legami familiari per quanto riguarda i livelli di felicità. In particolare, il Paese rimane tra i primi 25 in quattro dei cinque indicatori, con il punteggio più alto in acqua e servizi igienici al 98%, mancando di poco la top ten in questa categoria (11°).