NS Partners: Fed verso taglio di un quarto di punto, preferire azioni difensive
Settimana scorsa i mercati sono stati dominati da una crescente incertezza in merito alle manovre che le banche centrali hanno cominciato a mettere in atto per ridurre i tassi di interesse. Come atteso, la BCE ha effettuato un secondo taglio, riducendo il tasso sui depositi di 25 punti base e restringendo lo spread fisso del tasso sui rifinanziamenti principali, ora fissato a 15 punti base al di sopra di quello dei depositi (da 25). Anche la Fed questa settimana procederà con un taglio dei tassi d’interesse, ma il dibattito rimane aperto: sarà di 25 o 50 punti base? Dopo il dato sull’inflazione, che si è attestata al 2,5%, e una inflazione core più elevata del previsto, 0,3% su base mensile, sembra da escludersi un taglio da mezzo punto.
Da un lato la disinflazione è una buona notizia per i mercati, dall’altro gli investitori sono preoccupati che le imprese stiano facendo fatica a trasferire sui consumatori finali i prezzi più alti dei fattori produttivi. Uno scenario che, se confermato, potrebbe ridurre i margini di profitto delle prossime trimestrali.
Il VIX, un indicatore di volatilità, ha toccato i massimi da un mese, a dimostrazione del clima di apprensione tra gli investitori. In questo contesto, gli investitori hanno venduto soprattutto titoli growth, come quelli tecnologici, che risultano i più colpiti da questa fase di incertezza.
Le conseguenze di queste correzioni del tech si possono riscontrare nei principali indici azionari: infatti, dall’11 luglio – data in cui si era registrata un’inflazione in calo – l’S&P 500 ha registrato una performance del +0,20%, lo Stoxx Europe 600 del +0,19% e l’S&P 500 Equal Weighted del +3,46%, a conferma di una rotazione verso titoli più difensivi, come quelli legati ai beni di consumo e utilities. Non va poi sottovalutato il ruolo delle valutazioni elevate degli indici azionari. L’S&P 500, che quest’anno è cresciuto di oltre il 17%, sta scambiando a multipli ben superiori alla media storica, rendendo il mercato vulnerabile a nuove correzioni.
In ottica di gestione del portafoglio, per l’azionario, preferiamo sovrappesare i settori difensivi, come l’Healthcare, che crediamo abbiano delle valutazioni ragionevoli e aziende che presentano business stabili, mentre sottopesiamo i settori ciclici (come gli industriali), che risultano molto sensibili a una minor crescita del Pil.
Se la Fed optasse per una riduzione aggressiva dei tassi, i timori riguardo una recessione potrebbero aumentare: pertanto, per l’obbligazionario, suggeriamo bond corporate di alta qualità creditizia, con lunga duration e buoni flussi cedolari.