AcomeA SGR: Bce, le prossime decisioni saranno prese “meeting-by-meeting”
Il ciclo di riduzione dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea (Bce) ha preso avvio a giugno di quest’anno con un taglio iniziale di 25 bp, segnalando un approccio piuttosto prudente. Nonostante il tasso di inflazione si sia stabilizzato già dalla fine del 2023, a settembre l’inflazione headline è scesa sotto il target della Bce, attestandosi all’1,7%, mentre l’inflazione core è rimasta più elevata, di circa 1 punto percentuale. La Bce ha poi fatto un ulteriore taglio di 25 bp a settembre, consolidando così le aspettative di un ritmo di riduzione trimestrale dei tassi, con un particolare focus sui meeting di aggiornamento delle proiezioni macroeconomiche.
Nelle settimane prima del meeting di ottobre tuttavia, il Consiglio direttivo ha spostato l’attenzione sulla debolezza dei dati di crescita economica nella misura in cui questa crei rischi al ribasso sull’inflazione, orientando i mercati verso un’accelerazione del ciclo di tagli e preparando il terreno per una nuova riduzione dei tassi già a ottobre. È importante sottolineare che, a partire da marzo 2024, i dati economici hanno costantemente deluso le aspettative di consenso del mercato.
Nel comunicato di ottobre, la Bce ha infatti riconosciuto che le prospettive inflazionistiche sono influenzate anche dalle recenti sorprese al ribasso degli indicatori di attività economica. Ora la Bce prevede che, dopo alcuni mesi in cui per effetto base l’inflazione potrebbe salire, ci sia una stabilizzazione dell’inflazione in linea con il target del 2% nel corso del 2025, anticipando tale obiettivo rispetto alla previsione di settembre, che indicava la seconda metà del 2025. Questo sembra suggerire una maggiore fiducia nel processo di disinflazione e maggiore sicurezza sul fatto che l’inflazione sia in una traiettoria discendente. La Bce ha quindi deciso di tagliare i tassi di riferimento di 25 bp, portandolo il deposit rate al 3.25%, il main refinancing rate al 3.40% ed il marginal landing facility rate al 3.65%.
Nonostante il contesto economico rimanga fragile, ci sono segnali di un leggero miglioramento in Eurozona, o perlomeno non di un ulteriore peggioramento. L’ultimo sondaggio della Bce sulle condizioni creditizie nell’Area Euro evidenzia una ripresa della domanda di credito da parte di famiglie e imprese, accompagnata da un moderato allentamento degli standard creditizi. La Bce si aspetta inoltre che guadagni in termini di reddito reale possano sostenere o, meglio, far riprendere i consumi nell’area. Sebbene da settembre i dati economici continuino a sorprendere negativamente, l’entità delle sorprese sta progressivamente diminuendo. Le dinamiche domestiche, tuttavia, restano deboli e crescono le incertezze legate agli sviluppi internazionali, in particolare in vista delle elezioni negli Stati Uniti, Lagarde sottolinea che l’Eurozona potrebbe risentire particolarmente di tensioni commerciali.
La decisione di politica monetaria di ottobre è stata unanime e una chiara dimostrazione dell’approccio strettamente data dependent e meeting-by-meeting. Lagarde ha chiarito che nelle ultime settimane tutti i dati di inflazione e crescita economica sono stati più bassi delle loro attese, e questo ha trainato la decisione di oggi. Le prossime decisioni in particolare dipenderanno dalle aspettative di inflazione, dalle dinamiche dell’inflazione core e dalla forza del meccanismo di trasmissione di politica monetaria; non c’è alcun impegno preventivo per le prossime decisioni di politica monetaria che verranno prese meeting-by-meeting. Il prossimo appuntamento di politica monetaria sarà il 12 dicembre.