Cyclical Outlook: Assicurarsi il soft landing
Superati gli shock inferti dalla pandemia, oggi le economie appaiono più “normali” di quanto siano mai state dal 2019. I tassi ufficiali restano tuttavia elevati. Mentre le banche centrali abbassano i tassi verso livelli più neutrali, restano gli interrogativi sulla velocità con cui ciò avverrà e quali saranno i livelli neutrali. Ecco in sintesi le nostre previsioni economiche a breve termine:
I fattori che hanno sostenuto il maggior vigore dell’economia americana stanno attenuandosi, il che suggerisce in qualche misura un riallineamento con il resto del mondo oltre a ulteriori progressi nella riduzione dell’inflazione.
Le economie sviluppate sembrano sulla buona strada per riportare l’inflazione al livello obiettivo nel 2025 con il normalizzarsi della domanda di consumi e l’accresciuta competizione per un’offerta più contenuta di posti di lavoro. Negli Stati Uniti, il mercato del lavoro appare meno robusto che nel 2019 ed è cresciuto il rischio di aumento della disoccupazione. La Fed, al pari di altre banche centrali dei mercati sviluppati, è prevista allineare la politica monetaria a questa nuova realtà ciclica.
L’economia americana, come altre, sembra ben avviata per riuscire nell’impresa non comune di ottenere un atterraggio morbido, vale a dire calo dell’inflazione e rallentamento della crescita ma senza recessione. Sussistono però dei rischi, come quelli legati alle imminenti elezioni americane e alle relative implicazioni sui versanti dei dazi, della politica commerciale e fiscale, dell’inflazione e della crescita economica. È probabile che persistano alti deficit di bilancio pubblico, che limitano il potenziale di ulteriori stimoli fiscali e accrescono i rischi economici.
In un contesto di rallentamento delle economie sviluppate e di potenziali rischi di conflitti commerciali oltre a quelli sul versante geopolitico, gli investitori dovrebbero prediligere cautela e flessibilità nel posizionamento dei portafogli. Ecco in sintesi le nostre view d’investimento a breve termine:
Ci aspettiamo l’irripidimento delle curve dei rendimenti con la riduzione dei tassi a breve da parte delle banche centrali, e un contesto favorevole per gli investimenti obbligazionari. Storicamente l’obbligazionario di alta qualità ha avuto la tendenza a registrare valida performance in scenari di atterraggio morbido e risultati ancora migliori in situazioni di recessione. Inoltre, ultimamente le obbligazioni sono tornate a manifestare la loro tradizionale relazione inversa con l’azionario, offrendo pregevoli benefici di diversificazione.
I rendimenti obbligazionari sono attrattivi sia in termini nominali che al netto dell’inflazione e la porzione della curva relativa alle scadenze a cinque anni è particolarmente interessante. I tassi monetari sono destinati a calare assieme ai tassi ufficiali mentre gli alti disavanzi pubblici potrebbero spingere più in alto i rendimenti sulle scadenze a lungo termine nel tempo.
Manteniamo un orientamento prudente nel credito societario a fronte dell’adagiamento che riscontriamo e in ragione delle valutazioni più alte, prediligendo prodotti strutturati e credito di maggiore qualità. Gli ambiti di qualità inferiore, a tasso variabile, sui mercati privati appaiono più vulnerabili ai rallentamenti economici e alle variazioni dei tassi d’interesse di quanto suggeriscano i prezzi, con rendimenti destinati a calare proprio quando i rischi di credito aumentano, il che può essere di beneficio per i mutuatari ma penalizzante per gli investitori. Gli MBS agency americani rappresentano un’alternativa interessante e liquida al credito societario.1 Inoltre, gli strumenti basati su attivi, sia legati al credito ai consumatori che in altri ambiti, offrono opportunità appetibili per gli investitori sui mercati privati, in particolare rispetto al credito societario.
Sul versante valutario, deteniamo un lieve sottopeso sul Dollaro americano con il taglio dei tassi della Fed, diversificando su valute dei mercati sia sviluppati che emergenti.