Generali Asset Management: commento mercati bond USA ed Europa
Dopo il taglio di 50 bps da parte della FED metà settembre, attuato con l’intento di assicurare all’economia USA un atterraggio morbido, i dati macroeconomici usciti nelle settimane successive hanno invece confermato che l’economia USA è ancora in buona forma. Il tasso di crescita del GDP nel secondo trimestre è stato confermato al 3.0%, i vari dati di confidence sono usciti meglio delle attese e più alti del mese precedente (ad es. ISM services). Il mercato del lavoro, principale preoccupazione di Powell negli ultimi mesi, si è dimostrato piuttosto solido in settembre, con circa 250mila nuovi occupati e tasso di disoccupazione in ribasso al 4.1%. Infine anche gli ultimi dati sull’inflazione sono usciti leggermente più alti delle attese, segnalando che il trend disinflattivo sta rallentando.
L’effetto sui mercati di questo scenario macroeconomico c’è stato ed ha mosso i tassi al rialzo, riducendo allo stesso tempo le aspettative sui futuri tagli. Il mercato si aspetta un taglio da 25 bps per novembre, seguito da uno analogo per dicembre. E c’è il rischio che un ulteriore serie di dati positivi possa far scendere ancora le probabilità per un taglio a fine anno. Il tasso decennale americano da un livello del 3.61% a metà settembre è arrivato a 4.10%, e anche il tasso a 2 anni è salito di circa 50 bps arrivando al 4.0%. A nostro avviso i tassi USA a 10 anni attorno al 4.0% si stanno muovendo nella parte alta dell’intervallo atteso, ma considerando la forza della dinamica economica statunitense e il fatto che il mercato sta iniziando a focalizzare le prossime elezioni presidenziali statunitensi, con tutte le incertezze del caso, preferiamo avere per il momento una view neutrale.
Per quanto riguarda i tassi Euro abbiamo invece visto delle aperture, da parte dei membri ECB, per un taglio già ad ottobre, al contrario di quanto la Lagarde aveva fatto intendere nel meeting precedente. I motivi di questo cambio di orientamento sono, da un lato, una situazione economica ancora debole, soprattutto per il manifatturiero tedesco, e, dall’altro, dati dell’inflazione più bassi del previsto. Infatti l’inflazione dell’Eurozona a Settembre è stata dell’1.8%, andando per la prima volta da 3 anni sotto il livello obiettivo della BCE del 2%. E questi livelli sono anche molto più bassi delle previsioni che la BCE aveva rilasciato lo scorso settembre e che probabilmente saranno riviste al ribasso a dicembre. I tassi bund continuano a muoversi nel range 2.0% – 2.3% e negli ultimi giorni sono stati spinti al rialzo dal trend dei tassi USA. La strategia di portafoglio continua a essere positiva in termini di duration e i tassi euro a questi livelli potrebbero essere una opportunità per incrementare l’esposizione al rischio tasso. Restiamo dell’idea che il calo dei rendimenti sarà probabilmente più pronunciato per le scadenze a breve e medio termine, grazie al supporto che questa parte della curva riceverà dai previsti tagli dei tassi. A nostro avviso, una strategia obbligazionaria adeguata dovrebbe concentrarsi sul mantenimento di un’esposizione alla duration appropriata, posizionandosi correttamente lungo la curva dei rendimenti, poiché la curva potrebbe consolidare la sua pendenza positiva nei prossimi mesi dopo un lungo periodo di inversione.