NS Partners: Soft o hard landing? Come posizionare I portafogli
La Federal Reserve ha avviato una riduzione dei tassi d’interesse in risposta all’attenuazione delle pressioni inflazionistiche, confidando nella possibilità di evitare una recessione. Tuttavia l’equilibrio tra il contenimento dell’inflazione e il sostegno alla crescita economica, che si è mantenuta vigorosa nonostante i tassi al 5,5%, rimane fragile e il rischio di un “atterraggio duro” non può essere escluso. Secondo il presidente della Fed di Chicago, potrebbero verificarsi ulteriori riduzioni nel 2024. Attualmente, il mercato prezza un ulteriore intervento della Fed già a novembre, benché resti incerto se si tratterà di 25 o 50 punti base.
In questo contesto, riteniamo che sia opportuno riconsiderare il posizionamento dei portafogli. Sul fronte azionario, potrebbe essere opportuno sovrappesare settori difensivi di qualità, come quello sanitario, in grado di offrire stabilità durante fasi di incertezza economica. Per quanto riguarda il comparto obbligazionario, gli investitori dovrebbero valutare l’allocazione su titoli a lungo termine, che potrebbero beneficiare di ulteriori tagli futuri, e su obbligazioni a breve termine. A differenza del passato, quando i rendimenti erano pressoché nulli, ora si presentano maggiori opportunità di protezione del portafoglio: investendo oggi, posso “bloccare” con ragionevole certezza dei rendimenti interessanti anche per 4-5 anni.
Il recente aumento del debito americano potrebbe mantenere elevata la volatilità, ma la domanda per titoli a lunga scadenza potrebbe aumentare con il calo dei tassi. Parallelamente, i settori ciclici, come quello tecnologico, che ha beneficiato dell’entusiasmo per l’intelligenza artificiale, potrebbero subire correzioni qualora la crescita rallentasse più del previsto. In tale scenario, è fondamentale mantenere un approccio selettivo.
Quanto detto è già visibile dall’andamento degli indici S&P 500 e S&P 500 Equal Weighted che, con la sua ponderazione equa tra i titoli, ha sovraperformato l’indice principale da metà luglio, periodo in cui l’inflazione ha mostrato segnali di rallentamento. Nonostante uno scenario di “atterraggio morbido” sembri più probabile, sarà cruciale monitorare i dati macroeconomici. Eventuali revisioni al ribasso dei dati occupazionali potrebbero indebolire ulteriormente la fiducia dei mercati e dei consumatori. Al contrario, un’inflazione sotto controllo darebbe alla Fed maggiore margine di manovra per ulteriori tagli, stimolando così la crescita economica.
In conclusione, il posizionamento dovrebbe privilegiare protezione, flessibilità e reale diversificazione: settori difensivi, obbligazioni di alta qualità creditizia e un’attenta selezione dei titoli ciclici più esposti all’incertezza economica.