USA: mercato lavoro solido, occhi puntati sulla Fed

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I dati sull’occupazione negli Stati Uniti si sono rivelati incredibilmente forti su tutti i fronti possibili: creazione di posti di lavoro, disoccupazione, salari e ore lavorate. Ciononostante, permane la cautela a causa della mancanza di dati di supporto. Sebbene il contesto inflazionistico consenta alla Fed di iniziare a riportare la politica monetaria verso la neutralità, riteniamo che ciò avverrà con incrementi di 25 punti base e non dei 50 pb visti a settembre.

Il rapporto sull’occupazione USA di settembre è inequivocabilmente positivo. Le buste paga non agricole statunitensi sono aumentate di 254k rispetto alle 150k del consensus e una revisione al rialzo pari a 72k posti di lavoro sui dati degli ultimi due mesi (il range delle aspettative era tra 70k e 220k). Il tasso di disoccupazione è sceso al 4,1% dal 4,2%, come previsto da una sola persona su 71, mentre i salari sono aumentati dello 0,4% su base mensile, con il tasso di agosto rivisto al rialzo di 0,1 punti percentuali allo 0,5% mensile. A fronte di questi dati, la Fed dovrebbe aumentare i tassi, non ridurli.

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Il problema è che nulla di tutto ciò coincide con gli altri dati. L’ISM, l’NFIB e il Beige Book della Fed non suggeriscono che le assunzioni si avvicinino a questo dato, mentre il forte calo del tasso di abbandono annuncia normalmente un rallentamento della crescita dei salari, non un’accelerazione. Inoltre, le famiglie stesse dicono ai sondaggisti che il mercato del lavoro si sta indebolendo rapidamente, per cui sospettiamo che ci sarà un certo scetticismo su questi dati. In ogni caso, la Fed non taglierà i tassi di 50 pb a novembre. La nostra previsione rimane di 25 pb e il mercato è passato da 33 pb di tagli a novembre prima del comunicato a 27 pb nel periodo immediatamente successivo.

Guardando al dettaglio, a fare la differenza sono i tre settori del tempo libero e dell’ospitalità (+78k), dell’istruzione privata e della sanità (+81k) e della pubblica amministrazione (+31k). Quindi la maggior parte dei posti di lavoro tende a essere più orientata verso il part-time, con retribuzioni più basse e meno sicure. Si noti che l’occupazione a tempo pieno negli Stati Uniti è stata negativa su base annua per otto mesi consecutivi. Di conseguenza, continuano ad esserci dubbi sulla qualità dei posti di lavoro aggiunti.

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Conclusione

Il nostro scenario di base rimane quello di un soft landing negli Stati Uniti, partendo dal presupposto che un’economia fondamentalmente solida risponda ai tagli dei tassi e a una maggiore chiarezza politica dopo le elezioni. Tuttavia, riteniamo che i rischi rimangano orientati verso una crescita più debole e tassi più bassi, data la percezione da parte delle famiglie di un deterioramento del mercato del lavoro (anche se i numeri di oggi non lo confermano), che potrebbe indurre i consumatori a spendere con maggiore cautela. Si tratta di un aspetto estremamente importante, dato che la spesa dei consumatori rappresenta circa il 70% del PIL. Dovremo aspettare e vedere. Per il momento continuiamo a prevedere tagli dei tassi di 25 pb fino all’estate prossima, con i tassi che si attesteranno intorno al 3,25-3,5%, mentre il mercato li vede scendere appena sotto il 3%.