Conviene ancora investire in cina?
Dalla riapertura dopo la pandemia di COVID-19, la Cina ha dovuto fare i conti con una lenta ripresa economica. Il sentiment degli investitori è peggiorato a causa delle tiepide misure del governo volte a rafforzare i mercati, a cui si sono aggiunte le crescenti tensioni geopolitiche, le pressioni demografiche e i segnali di un peggioramento del mercato immobiliare. Si sono inoltre intensificate le preoccupazioni per il ruolo attivo svolto da Pechino nella definizione della politica economica e per la possibilità che le misure commerciali di rappresaglia continuino a definire le relazioni tra Stati Uniti e Cina nei prossimi anni. Per molti investitori, questo contesto macroeconomico si è dimostrato troppo difficile da gestire. In quanto investitori quality growth a lungo termine, ricerchiamo società con vantaggi competitivi, elevate barriere all’ingresso e un potere di determinazione dei prezzi che, a nostro avviso, le rende in grado di far crescere gli utili in modo duraturo. In base alla nostra esperienza, queste società sono in genere ben posizionate per far fronte alle sfide macroeconomiche e beneficiare delle tendenze di crescita secolare a lungo termine.
Gli stimoli cinesi sono salvi?
Con il rallentamento della crescita dovuto alla crisi immobiliare, il debito dei governi locali, la debolezza della domanda e la disoccupazione, il governo cinese ha lanciato il suo più grande piano di stimoli dalla pandemia. Annunciato dai leader di governo alla fine di settembre, il pacchetto include tagli al tasso di riferimento nazionale e istituisce un pool di prestiti per sostenere il mercato azionario. Gli investitori hanno colto l’occasione per spostarsi dai settori tradizionali delle imprese statali, come le banche e le società di telecomunicazioni, verso i settori più privatizzati della sanità e della vendita al dettaglio. Da allora, il Ministero delle Finanze ha annunciato l’intenzione di aumentare il tetto del debito e di emettere obbligazioni per aiutare i governi locali a riacquistare i terreni inutilizzati e le scorte di immobili invenduti. Il governo ha inoltre dettagliato i piani di emissione di obbligazioni speciali, volti a fornire alle banche maggiori capitali in modo che possano prestare di più. A nostro avviso, queste politiche creeranno probabilmente una base per sostenere il ciclo di deflazione in atto.
Perché la Cina?
Il panorama degli investimenti in Cina è sempre stato complesso e notoriamente difficile da prevedere. Quando si tratta della Cina non c’è una sfera di cristallo che riveli come il mercato risponderà agli annunci di stimoli, alle previsioni di crescita del Pil, all’inflazione o alla politica monetaria e fiscale. Invece di dedicare il nostro tempo a predire il contesto macroeconomico estremamente imprevedibile della Cina, tendiamo a concentrarci su ciò che per noi è più importante: i fondamentali aziendali.
Negli ultimi anni, il tasso di esportazione globale della Cina è salito dal 13% durante la guerra commerciale USA-Cina del 2018 al 15,7% durante la pandemia di COVID-19. Oggi il tasso delle esportazioni cinesi è rimasto costante intorno al 15%. Mentre le esportazioni verso gli Stati Uniti sono diminuite, la Cina ha ampliato il proprio mercato delle esportazioni a livello globale, in particolare in settori come i veicoli elettrici, le batterie al litio, le celle solari, i mobili e gli elettrodomestici. Nonostante le preoccupazioni degli investitori per i consumi interni, numerosi settori hanno registrato una crescita dei consumi dall’inizio dell’anno. Nei primi nove mesi del 2024, le vendite di veicoli elettrici in Cina sono aumentate del 35% su base annua, mentre le vendite di condizionatori d’aria e lavatrici sono aumentate entrambe dell’11%.
Trasformazione a lungo termine
Dopo quasi quarant’anni di crescita alimentata dalle esportazioni, la Cina ha creato un enorme mercato interno di 1,4 miliardi di persone appartenenti a un’abbondante classe media con risparmi elevati e salari in aumento. A nostro avviso, ci sono diverse società di qualità sottovalutate con vantaggi competitivi radicati che sono ben posizionate per beneficiare di questi consumi interni. Riteniamo che la transizione della Cina verso i consumi interni, che chiamiamo “Cina trasformazionale”, sia destinata a sbloccare diverse opportunità di crescita a lungo termine in molte categorie di consumatori, tra cui abbigliamento sportivo, viaggi, elettrodomestici, giochi e veicoli elettrici. Gli investimenti costanti nell’innovazione e una forte imprenditorialità volti a incrementare l’efficienza produttiva interna serviranno probabilmente da catalizzatore per le aziende che operano in settori chiave, come l’automazione e la sanità, e i semiconduttori nei prossimi anni.
Gli investitori si aspettavano ulteriori misure di stimolo, ma, durante la conferenza stampa dell’8 ottobre, il capo della Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma (Ndrc), Zheng Shanjie, ha riaffermato la fiducia del governo nel raggiungimento dell’obiettivo di crescita economica per l’intero anno senza annunciare ulteriori misure di stimolo. Prevediamo che i mercati cinesi continueranno a registrare alti e bassi, trainati dalle aspettative degli investitori sulle potenziali misure di stimolo.
Le tensioni geopolitiche, i problemi del settore immobiliare e le misure di stimolo continueranno probabilmente a occupare le prime pagine dei giornali e ad attirare l’attenzione degli investitori a breve termine. Guardando al futuro riteniamo che la storia della “Cina trasformazionale” continuerà a presentare aziende leader a livello mondiale con prodotti e servizi innovativi. Investire in Cina non solo apre le porte a queste società innovative, ma migliora anche la diversificazione del portafoglio, mitigando i rischi associati alla volatilità del mercato. In questa prospettiva, la nostra priorità rimane chiara: identificare le opportunità quality growth che superano il clamore delle notizie e dei trend macroeconomici.