NS Partners: Cina, 2025 anno cruciale per economia e ruolo in equilibrio globale
La Cina si prepara ad affrontare il 2025 con una serie di misure economiche che mirano a bilanciare sfide interne e pressioni esterne, come emerso dall’ultima riunione del Politburo, l’organo decisionale di vertice del Partito Comunista. Secondo quanto riportato dai media statali, il Politburo ha annunciato l’intenzione di adottare una politica monetaria “appropriatamente espansiva” e una politica fiscale più proattiva per sostenere la crescita economica. Tra le priorità delineate vi sono l’espansione della domanda interna, il rilancio dei consumi e la stabilizzazione dei mercati immobiliare e azionari.
Queste dichiarazioni hanno avuto un impatto immediato sui mercati: l’indice Hang Seng di Hong Kong, lunedì, è salito del 2,8%, raggiungendo il massimo da un mese, mentre i titoli di Stato cinesi hanno registrato un rally.
Il 2025 si prospetta un anno cruciale per l’economia cinese, che si troverà ad affrontare molteplici sfide. Sul piano internazionale, il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca e le sue minacce di imporre dazi fino al 60% sui beni cinesi rappresentano un rischio significativo per l’export, storicamente un pilastro della crescita cinese. Le stime indicano che queste misure potrebbero ridurre il PIL reale cinese di 0,7 punti percentuali.
Sul fronte interno, la crisi del mercato immobiliare continua a pesare, le nuove costruzioni e le vendite di terreni hanno subito crolli fino al 70% rispetto ai picchi del 2020-21. Anche i consumi interni, che rappresentano una quota ridotta del PIL rispetto al periodo pre-pandemico, mostrano segni di debolezza, con una crescita prevista del 5% nel 2025, invariata rispetto all’anno precedente. Per mitigare questi rischi, le autorità cinesi prevedono interventi significativi.
Tra le misure ipotizzate figurano tagli ai tassi di interesse, un ampliamento del deficit fiscale e un potenziale programma di acquisto di asset da parte della banca centrale. Il pacchetto di stimoli annunciato a novembre, che include un’iniezione di 10 trilioni di yuan per alleviare le tensioni finanziarie dei governi locali, si inserisce in questo contesto, sebbene sia destinato più a consolidare i bilanci municipali che a generare una spinta immediata all’economia.
Gli analisti si aspettano che queste politiche contribuiscano a contrastare l’impatto delle tariffe statunitensi, ma il tasso di crescita del PIL reale dovrebbe comunque rallentare al 4,5% nel 2025, rispetto al 4,9% previsto del 2024. In conclusione, sebbene le misure espansive adottate dalla Cina possano fornire un certo supporto alla crescita nel breve termine, il paese dovrà affrontare un periodo di transizione.
Le sfide esterne, come le politiche protezionistiche statunitensi, e quelle interne, come la crisi immobiliare e la debolezza dei consumi, potrebbero limitare l’efficacia delle politiche economiche. Inoltre, la sostenibilità della crescita dipenderà dalla capacità di diversificare l’economia e ridurre la dipendenza dalle esportazioni.
Tuttavia, i mercati azionari cinesi hanno mostrato segnali incoraggianti: le performance YTD degli indici CSI 300 e China A50, entrambe al 14,75%, e dell’HSI Index, al 20,18%, riflettono una resilienza che, se sostenuta, potrebbe attenuare alcune difficoltà strutturali. Il 2025, quindi, rappresenta un anno cruciale, non solo per l’economia cinese, ma anche per il suo ruolo nell’equilibrio economico globale. La capacità di adattarsi a questo nuovo contesto determinerà in larga parte le prospettive di lungo termine del paese.