Trump sta riscrivendo le regole del gioco per i mercati, l’impatto per gli investitori europei

Christian Röhl, Chief Economist di Scalable Capital -

Stiamo assistendo a un cambiamento epocale in cui l’idea che i politici statunitensi considerino le reazioni dei mercati azionari nelle loro decisioni appare ormai superata. Le turbolenze proseguono, in particolare nelle relazioni transatlantiche, con un’Europa che deve sempre più contare solo su sé stessa, non solo sul piano della sicurezza, ma anche sotto il profilo economico. Siamo di fronte a un punto di svolta.

L’amministrazione Trump ha chiarito la propria disponibilità ad accettare un rallentamento economico pur di attuare la visione “America First”, segnando una netta discontinuità rispetto alle precedenti narrazioni. Il Presidente degli Stati Uniti sembra disposto a tollerare l’incertezza per l’industria domestica, un approccio diametralmente opposto alla visione di Ronald Reagan, che immaginava gli Stati Uniti come una “città splendente su una collina, con muri permeabili”. Al contrario, Trump punta su un modello autarchico e protezionistico. Quanto questa strategia possa rivelarsi sostenibile nel lungo periodo resta una questione aperta. Gli imprenditori statunitensi restano prudenti. Finora, solo pochi hanno espresso pubblicamente critiche alla politica economica dell’attuale amministrazione. Per molte piccole e medie imprese, l’incertezza rimane il problema principale: la mancanza di condizioni stabili rende difficile pianificare il futuro, generando insicurezza sia per le aziende che per i consumatori. Formulare previsioni per i prossimi quattro anni appare quindi complesso. Attualmente, i fattori di incertezza sembrano essere stati in larga parte scontati dai mercati. Per lungo tempo, Wall Street ha ritenuto che Trump avrebbe agito in favore della crescita economica e della stabilità finanziaria. Tuttavia, un equilibrio definitivo è ancora da raggiungere.

Un dato significativo è che l’S&P 500 non ha registrato correzioni di prezzo dall’ottobre 2023, chiudendo un periodo di forti guadagni. Recentemente, l’indice è entrato in territorio di correzione, un aggiustamento che molti consideravano necessario. In questo contesto, l’amministrazione Trump ha giocato un ruolo di catalizzatore.

Per gli investitori europei, la situazione attuale potrebbe apparire penalizzante nel breve termine. Oltre alla flessione dei mercati, il dollaro più debole rispetto all’euro amplifica le perdite per gli investitori europei rispetto a quelli statunitensi. Ci troviamo in una fase di incertezza economica globale, con uno scenario futuro ancora indefinito.

Alcuni investitori potrebbero sentirsi meno sicuri nell’esposizione a un indice MSCI World, dominato da titoli statunitensi, in particolare nel settore tecnologico. Tuttavia, esiste la possibilità di ribilanciare i portafogli. Chi ritiene che l’Europa possa rafforzarsi attraverso una maggiore integrazione economica potrebbe valutare l’inclusione dell’MSCI Europe nella propria strategia di investimento, nell’ottica di un approccio “Core-Satellite”, affiancando l’Europa a un portafoglio globale.

Se gli Stati Uniti dovessero effettivamente ridimensionare il proprio peso economico, questa tendenza si rifletterà progressivamente negli indici globali. Un precedente storico è rappresentato dal peso del Giappone nell’MSCI World tra il 1989 e il 1990: la bolla speculativa e la successiva crisi immobiliare determinarono un ridimensionamento significativo della sua influenza negli indici di riferimento, un processo che richiese circa dieci anni. Sebbene la situazione attuale degli Stati Uniti non sia direttamente comparabile, le dinamiche di riequilibrio potrebbero seguire schemi simili.

Se le politiche isolazioniste di Trump dovessero penalizzare i mercati statunitensi, altri comparti azionari potrebbero offrire alternative. Le azioni europee potrebbero rappresentare un’opportunità, a condizione che l’Europa intraprenda le scelte necessarie per rafforzare la propria posizione. Tuttavia, non basta un semplice intervento economico. La situazione attuale non è assimilabile a un “Corona 2.0”: affinché gli investimenti siano efficaci, è fondamentale che le risorse siano allocate in settori strategici, come la difesa e l’architettura della sicurezza dell’Unione Europea. Se gestiti correttamente, questi investimenti potrebbero fornire un impulso significativo ai mercati azionari europei.