Mercato immobiliare, italiani pessimisti

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Secondo l’indagine Ing “Case e mutui” solo il 33% prevede una crescita dei prezzi, contro il 56% degli europei e il 60% degli americani

Solo il 33% degli italiani ritiene che, nei prossimi 12 mesi, i prezzi delle case segneranno un aumento. Si tratta di una percentuale in crescita (più 3%) rispetto a un anno prima, ma che distanzia decisamente il nostro paese sia dalla media europea (56% di previsioni al rialzo) sia da quella degli Usa (60%).

A rilevare il maggiore pessimismo degli italiani è la quarta edizione dell’indagine “Case e mutui” condotta da Ing in 15 paesi tra Europa, Stati uniti e Australia (15 mila gli individui intervistati).

Il mancato aumento dei prezzi, peraltro, significa che il mercato non riparte. Ma ha anche un risvolto positivo: tre italiani su quattro (circa il 73%) riconoscono che, per alcuni aspetti, un eventuale calo dei prezzi potrebbe essere positivo per la società (percentuale in linea con quella europea del 72%).

Rispetto allo scorso anno, inoltre, gli italiani risultano invece meglio attrezzati a far fronte alle spese del mutuo o le rate dell’affitto. Per quanto riguarda i mutui, il 31% di quanti hanno un finanziamento in essere dichiara di fare fatica a pagare le rate (erano il 35% un anno prima). Tra quanti pagano l’affitto, oggi il 39% ammette difficoltà, contro il 45% dello scorso anno. ari.

Entrambi i dati restano tuttavia superiori a quelli del resto d’Europa, dove solo il 26% dei mutuatari ed il 24% degli affittuari segnalano difficoltà nel far fronte agli impegni mensili.

Dall’indagine emerge anche che, tra gli italiani che non dimostrano difficoltà nei pagamenti delle rate o dei mutui, circa il 48% è convinto che i prezzi delle case siano comunque troppo alti. Percentuali simili vengono riscontrate anche in Germania, Francia e Regno Unito (rispettivamente il 47%, il 48% e il 52%).

Un’indicazione apparentemente condivisa fra i consumatori europei è che, per coloro che si affacciano per la prima volta sul mercato immobiliare, stia diventando sempre più difficile acquistare una casa. Lo pensa l’83% degli italiani intervistati e il 79% degli europei. Percentuale decisamente più bassa in Germania (59%), il cui mercato immobiliare è da molti ritenuto sottovalutato.

Opinioni discordanti fra gli europei sul ruolo dell’acquisto della casa come veicolo di accumulazione della ricchezza. Il 52% degli italiani intervistati non lo ritiene più un’alternativa attraente, mentre la percentuale dei disaffezionati scende al 44% per il consumatore medio europeo.

Interrogati su come impiegherebbero eventuali disponibilità economiche per lavori di ristrutturazione, gli italiani dimostrano una particolare attenzione al tema del risparmio energetico, ponendo in testa alla lista l’installazione di pannelli solari e, a seguire, interventi volti a migliorare l’efficienza energetica, come la sostituzione degli infissi.

Ma quali sono i fattori determinati nella scelta della casa dei sogni? Gli italiani, come tutti gli altri, ritengono che il prezzo sia il fattore più importante, seguito dalla sicurezza del quartiere, dalla prossimità ai servizi e ai mezzi di trasporto e dalla dimensione dell’immobile. Meno rilevanti, ai fini della scelta, la presenza di un giardino o di un balcone, la vicinanza al luogo di lavoro e i costi energetici.

“Il pessimismo sulle prospettive dei prezzi delle case mostra come la recente tendenza negativa dei prezzi sia stata ben metabolizzata dai nostri concittadini”, commenta Paolo Pizzoli, senior economist Ing Bank Italia. “I dati Istat sui prezzi delle abitazioni mostrano che la discesa tendenziale dei prezzi, iniziata nel 2012, ha solo recentemente iniziato a rallentare: l’ultima rilevazione, relativa al primo trimestre del 2015, segnalava una contrazione tendenziale del 3,4%. Non sorprende, quindi, che gli italiani si aspettino che tale tendenza sia destinata a continuare nei prossimi 12 mesi. La maggiore difficoltà degli italiani rispetto alla media europea a far fronte alle rate del mutuo o all’affitto mensile trova una giustificazione nel ritardo con cui l’economia italiana è tornata a crescere. Il consolidamento della ripresa del reddito disponibile delle famiglie, determinato in buona misura dal miglioramento del quadro occupazionale, dovrebbe portare ad un miglioramento nel corso dei prossimi trimestri”.