Giappone, buone opportunità di acquisto nelle small cap

Cédric Le Berre -

L’improvvisa impennata dei tassi d’interesse a lungo termine negli Stati Uniti ha creato un contesto più volatile per i mercati azionari globali.

Questo, combinato con un rafforzamento dello yen ha portato ad un continuo tono ribassista nel mercato giapponese. In precedenza, i tassi di interesse erano a livelli troppo bassi per riflettere l’economia reale, e noi interpretiamo questo aumento negli Stati Uniti come parte della normalizzazione dovuta all’aumento del WTI e dei salari. I rendimenti a 10 anni degli Stati Uniti si avvicinano al 3%, anche se non riteniamo che ciò influirà negativamente sull’economia reale se si manterranno intorno a questi livelli. Ciò nonostante, se da un lato non possiamo ignorare che un elemento di questo aumento è probabilmente dovuto alle preoccupazioni sulla situazione fiscale, crediamo che il mercato probabilmente si calmerà, nel momento in cui gli investitori si renderanno conto che una forte economia reale è la ragione per l’aumento dei tassi di interesse. Con l’assestarsi del mercato, ci aspettiamo a nostra volta che il quadro del Forex torni a uno scenario caratterizzato da Yen debole dovuto al fattore fondamentale e decisivo dei differenziali dei tassi d’interesse.

Non vi sono stati cambiamenti nell’ espansione dell’economia globale e nel ciclo virtuoso dell’economia giapponese, che continua a trainare la crescita degli utili delle imprese giapponesi. Questi ultimi dovrebbero continuare ad aumentare grazie alla costante crescita economica mondiale, mentre in Giappone il contesto politico interno dovrebbe continuare ad offrire supporto, con la riconferma del governatore della Bank Of Japan, Kuroda, per un nuovo quinquennio. Le recenti correzioni hanno portato il mercato a livelli di price earing di circa 14, in quanto le valutazioni hanno fatto venir meno i lievi segnali di surriscaldamento. Riteniamo che questo calo sia una buona opportunità di acquisto per le azioni giapponesi.

I titoli giapponesi sono sempre più interessanti, non solo perché sono sostenuti da un’economia solida, ma soprattutto perché le imprese si concentrano maggiormente sugli azionisti e sulla corporate governance. A livello interno, il divario tra produzione effettiva e potenziale si sta riducendo, il mercato del lavoro si sta irrigidendo e le aziende stanno diventando leader nell’automazione per far fronte alle carenze di manodopera. Questo fenomeno potrebbe dare alle imprese giapponesi un maggiore potere di fissazione dei prezzi e le aiuta a mantenere la redditività. Se questa tendenza si materializzasse, gli investitori potrebbero trarre vantaggio dall’espansione della capacità per soddisfare sia la domanda locale che quella globale.

Con più di 3.000 società a piccola capitalizzazione quotate in borsa, questo universo è strutturalmente trascurato dalle analisi. Non solo offre grandi opportunità ai manager attivi, ma significa anche che la crescita futura è spesso fraintesa e sottovalutata. Le imprese più piccole sono interessanti anche semplicemente perché operano in segmenti specifici e di nicchia, in cui è più probabile una crescita più sostenuta e rendimenti potenzialmente più elevati. Spesso queste imprese a rapida crescita non effettuano sondaggi. Il giudizio applicato dal manager attivo può quindi avere un maggiore impatto sulla generazione di alfa.

La tesi a favore della small cap si basa sull’opinione che l’economia interna giapponese sia in costante ripresa, dopo un ciclo negativo dominato da decenni di deflazione, deleveraging e contrazione della domanda. Consideriamo la carenza di manodopera come un fenomeno strutturale che guida positivamente la qualità dell’occupazione e le esigenze di una maggiore automazione. Anche lo stimolo fiscale sta offrendo supporto e così dovrebbe rimanere la BoJ con la guida di Kuroda.


Cédric Le Berre – Senior Analyst – Union Bancaire Privée (UBP)