Per gli M&A il 2018 è stato l’anno peggiore dell’ultimo decennio, il 2019 vedrà una ripresa del mercato

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Gli azionisti adotteranno una visione a lungo termine in risposta all’incertezza in corso, mentre la fiducia nel mercato e le sue fondamenta rimangono solide

Il mercato globale di M&A ha vissuto, per la prima volta, una performance negativa per cinque trimestri consecutivi, rendendo il 2018 l’anno peggiore dal 2008 e il primo in cui gli acquirenti hanno vissuto una performance negativa per tutti e quattro i trimestri. È quanto emerge dagli ultimi risultati del Quarterly Deal Performance Monitor (QDPM) di Willis Towers Watson.

La ricerca, condotta in partnership con la Cass Business School, traccia il numero di transazioni concluse con un valore di oltre 100 milioni di dollari e la performance del prezzo delle azioni della società acquirente rispetto all’MSCI World Index. I risultati hanno rivelato che, nell’arco di un anno, gli acquirenti hanno vissuto una performance inferiore all’indice del 3%.

Andrea Scaffidi, Senior Consultant and Head of Retirement for Italy, ha commentato: “Abbiamo visto chiari segnali d’allarme dal mercato nel corso del 2018, come l’aumento dei tassi d’interesse negli Stati Uniti, incertezze geopolitiche, commerciali e tariffarie, valutazioni degli M&A eccessivamente elevate, e un crescente protezionismo contro le operazioni di M&A internazionali e i flussi commerciali globali. Nel complesso, forse, l’impatto sui risultati delle operazioni è comprensibile”.

Gli acquirenti europei sono stati gli unici a superare l’indice regionale MSCI nel 2018, surclassando il mercato del 5,9% nonostante la performance negativa del quarto trimestre e, in particolare, il rendimento insoddisfacente degli acquirenti britannici.

Gli acquirenti dell’Asia-Pacifico hanno mostrato la peggiore performance annuale di tutte le regioni, con una performance negativa del 17,1% al di sotto dell’indice MSCI regionale, seguita da quella dei nordamericani, al di sotto del loro indice regionale del 3,8%.

Sulla base delle tendenze a breve e a lungo termine emerse dai dati, nonché delle conversazioni con clienti e colleghi, Matteo Fiocchi, Practice Leader Executive Compensation & Strategic Rewards, ha condiviso le sue cinque previsioni riguardo l’M&A per il 2019:

1. La situazione può solo migliorare nel 2019
Il 2018 è stato un anno difficile per l’M&A, che ha registrato i peggiori risultati annuali dal crollo finanziario del 2008. Anche se permangono venti contrari, siamo ottimisti sul fatto che il mercato risalirà la china nel 2019 e, grazie anche a una maggiore chiarezza sulla direzione dell’amministrazione americana e sulla Brexit, metterà gli acquirenti nella posizione di concludere operazioni di maggior valore.

2. Calo delle operazioni all’estero
Ci aspettiamo una diminuzione globale del numero di transazioni internazionali dovuta a vincoli normativi alimentati da una crescente tendenza al protezionismo. Ciò porterà ad una strategia più difensiva di consolidamento interno, sulla quale alcune nazioni saranno meglio preparate. Il mercato interno statunitense dell’M&A, ad esempio, si è tradizionalmente dimostrato molto solido, per cui ci aspettiamo che i volumi rimarranno stabili quando gli acquirenti si concentreranno su obiettivi nazionali.

3. Nessun aumento previsto nell’APAC
Oltre a un calo significativo del volume delle transazioni, gli acquirenti dell’Asia-Pacifico hanno registrato la peggiore performance annuale di tutte le regioni nel 2018, con una performance al di sotto dell’indice MSCI regionale per il 17,1%. Ci aspettiamo che nel 2019 l’attività di M&A delle società cinesi si attenuerà, con conseguente impatto sui volumi in tutta l’area Asia-Pacifico.

4. L’interesse verso il Regno Unito rimane alto
Mentre l’attuale incertezza circa la Brexit si tradurrà probabilmente in una minore attività di M&A per le aziende britanniche nel 2019, i risultati positivi riscontrati dagli acquirenti stranieri che svolgono transazioni nel Regno Unito manterranno la Gran Bretagna tra le nazioni più popolari per le operazioni di M&A.

5. I grandi accordi continuano ad avere difficoltà
Nel 2018 ci sono stati 17 grandi accordi (quelli valutati a oltre 10 miliardi di dollari), la cui performance è stata inferiore alla media di mercato del 14,5%, la peggiore tra tutti i tipi di operazioni. L’incertezza politica globale, dalle guerre commerciali al crescente protezionismo fino alla Brexit, continuerà nel 2019 e avrà un impatto negativo in particolare sui mega accordi, in quanto gli acquirenti saranno cauti nei confronti di transazioni che richiedono molto tempo per essere completate, visto il contesto precario.

Fiocchi ha dichiarato: “Rimane l’incertezza politica ed economica, che incide sulle grandi operazioni internazionali e porta inevitabilmente a un certo grado di instabilità in termini di volume, ma le operazioni di acquisto prevarranno. Le interruzioni tecnologiche, il cambiamento del comportamento dei consumatori, il rallentamento della crescita dei mercati emergenti e le riserve di liquidità record spingeranno le aziende a entrare nel mercato dell’M&A. Poiché molti degli obiettivi appaiono più costosi ora di quanto non lo fossero durante i precedenti picchi del settore, come nel 1990, durante il boom delle dot-com, e nel 2008, prima del crollo finanziario globale, non c’è mai stato un momento tanto importante per chi prende decisioni per concentrarsi sulla selezione, sulla coscienziosità e sulla realizzazione dell’obiettivo, prima di gettarsi in un’operazione, se vogliono darsi le migliori possibilità di successo”.