L’ascesa dell’Impact Investing nel mercato immobiliare

Dan Grandage -

Il tentativo di contenere gli effetti dannosi provocati dall’uomo sull’ambiente non è una novità. Il movimento ecologista o ambientalista affonda le sue radici nel XIX secolo, anche se solo in tempi relativamente recenti ha attirato l’attenzione del grande pubblico a livello politico e sociale.

Il fatto che la maggior parte delle organizzazioni stia prendendo in considerazione le tematiche ambientali, sociali e di governance (ESG) nei propri modelli di business evidenzia l’importanza che questo aspetto ha assunto negli ultimi anni.

Ma il dibattito è in costante evoluzione e diventa sempre più complesso. Prendendo in considerazione un’asset class come il mercato immobiliare, per esempio, occorre passare a una visione più ampia. Non basta più concentrarsi soltanto sul modo migliore per gestire sostenibilmente risorse limitate o per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas nocivi.

Oggi l’attenzione si concentra sull’adozione di un approccio proattivo e consapevole alle strategie di investimento, che sia misurabile e nello stesso tempo contribuisca a ottenere un risultato migliore e un esito aggiuntivo rispetto a una scelta alternativa. Da qui nasce il concetto di impact investing, un termine sotto i riflettori in questo momento, che suggerisce intenzionalità e fermezza.

È un concetto in linea con l’approccio olistico di ASI agli investimenti immobiliari. Tutte le proprietà che possediamo e gestiamo nel mondo offrono soluzioni utili per le comunità locali. Siamo però consapevoli che gli edifici in sé sono solo uno degli elementi che danno vita a una comunità.

Secondo il più recente Global Impact Investing Network Annual Survey, le dimensioni del mercato globale dell’impact investing sono raddoppiate, da 114 miliardi di dollari nel 2017 a 228 miliardi di dollari nel 2018. Ciò significa che, per soddisfare la domanda, gli asset manager cercheranno probabilmente di creare nuovi prodotti di investimento.

Sfide in corso

Nel nostro recente report Challenging Perceptions abbiamo esaminato il collegamento tra l’integrazione dei fattori ESG e il rendimento finanziario nel settore immobiliare. Dallo studio è emerso che una robusta integrazione dei fattori ESG produce quantomeno un rendimento in linea col mercato. Inoltre il documento sottolinea i vantaggi ambientali e sociali che si possono ottenere.

In effetti, è opinione condivisa tra gli investitori immobiliari e gli asset manager che esista un collegamento positivo tra i rischi e le opportunità ESG. Ci si chiede a questo punto dove inizi una buona integrazione dei fattori ESG e il concetto di impatto, nonché come evitare il rischio del cosiddetto impact washing, dove l’impatto sociale diventa solo un’etichetta per altre tipologie di investimento.

Lo strumento proprietario di ASI chiamato ESG momentum identifica la posizione di un fondo immobiliare e degli edifici sottostanti nello spettro degli investimenti ESG rispetto alla nostra idea sui fattori trainanti del cambiamento su scala globale. Questo indicatore è un punto di riferimento estremamente utile per monitorare i progressi di un fondo nella capacità di creare soluzioni per affrontare, in modo tangibile e misurabile, le sfide del cambiamento climatico nel lungo termine, le crescenti disparità sociali, la sostenibilità della produzione e dei consumi.

Tale strumento facilita il conseguimento di un beneficio sociale o ambientale che sia in linea con la strategia di investimento di un fondo specifico, con la propensione dei clienti del fondo e con le necessità di un determinato mercato locale o della comunità in cui il fondo opera.

Dal punto di vista di ASI, questo processo è l’inizio di un iter volto a garantire che i principi dell’impact investing diventino un punto saldo per tutti i nostri fondi immobiliari. Infatti, è prevedibile che tematiche oggi appartenenti alla sfera dell’impact investing entrino, in un futuro non troppo lontano, nel mainstream.

Questo non significa che non ci sia spazio per un fondo a impatto diretto, tutt’altro. Stiamo cercando di sviluppare un fondo a valore aggiunto che risponda a specifici Sustainable Development Goals, avvalendoci dello strumento ESG momentum per misurare l’impatto della strategia.

In merito agli investimenti immobiliari indiretti, la capacità di dirigere i capitali verso strumenti relativamente di nicchia che possano avere una mission o uno scopo specifici, è un modo efficace per accedere alle opportunità in questo ambito. Tra questi strumenti di investimento ci può essere, per esempio, un focus sull’offerta di abitazioni economicamente accessibili, di strutture attrezzate per l’accesso a persone diversamente abili o sull’impiego di materiali da costruzione alternativi o per edilizia circolare.

Chiaramente non si produce un impatto positivo in modo casuale, ma con investimenti mirati che cercano di risolvere specifiche problematiche sociali o ambientali.

Anticipare il futuro

L’impact investing, nella forma attuale, continuerà a evolversi. Per fare la differenza serviranno un impegno autentico e un deciso cambiamento. Per esempio, anziché offrire semplicemente fondi a impatto sociale o strategie ESG ai clienti, i gestori che credono profondamente nei principi dell’impact investing dovranno assicurarsi che l’intero spettro delle loro operazioni rispondano agli standard che ci si aspetta dai loro investimenti.

Questa sarà sempre la cartina di tornasole che distinguerà coloro che hanno la necessaria convinzione per portare avanti l’innovazione e il progresso. L’alternativa è di seguire semplicemente il mercato e spuntare una casella. Ma la storia, e il successo commerciale futuro, potrebbero giudicare tale approccio con severità.


Dan Grandage – Head of ESG Real Estate – Aberdeen Standard Investments