L’ultimo mercato orso è finito dieci anni fa. Qual è la differenza tra l’attuale ciclo e quelli passati?

DWS Asset Management -

Quasi esattamente 10 anni fa, il 9 marzo 2009, si è concluso l’ultimo mercato azionario globale ribassista. Da allora, molti investitori azionari hanno raccolto rendimenti interessanti.

Considerando l’indice S & P 500 come riferimento, le azioni sono aumentate del 312%, o del 15,25% annuo. A partire dallo scorso settembre, quando l’indice S & P 500 ha raggiunto il livello 2930, l’indice ha addirittura raggiunto il 333% rispetto al 2009.

Nel grafico confrontiamo il mercato rialzista iniziato nel 2009 con i mercati rialzisti del passato. Guardando all’esperienza precedente il 2009, si possono fare diverse osservazioni: gli anni ’30 sono stati un periodo difficile con diversi mercati rialzisti, che sono durati in media solo mezzo anno. Dopo la seconda guerra mondiale, la durata è aumentata a quattro anni mediamente. Dal 1990, i mercati rialzisti sono durati in media più di otto anni. Come si potrebbe spiegare la durata crescente? Per esempio, gli ultimi due cicli economici negli Stati Uniti e in molte altre economie avanzate sono stati insolitamente lunghi. Potrebbe avere cause strutturali. Tra le possibili cause vengono in mente la gestione più efficiente delle scorte o il passaggio dalla produzione di beni ai servizi.

Anche un altro fattore potrebbe aver contribuito: dopo il crollo del 1987, i mercati hanno sempre più fatto affidamento sulla politica monetaria per salvarsi dall’eventualità che qualcosa potesse andare storto. Questo concetto è solitamente chiamato “Fed Put”. Inoltre, dopo 10 anni, i ricordi di mercato orso svaniscono. Della generazione che possono ricordare la vita prima della Put della Fed rimangono ben pochi. Molti degli operatori di mercato di oggi non hanno mai nemmeno vissuto l’esperienza (abbastanza spiacevole) di un mercato orso. Certo, sono consapevoli che l’ultimo mercato orso è iniziato all’inizio della grande crisi finanziaria. Ma ciò che potrebbe aver contribuito all’autocompiacimento – con il senno di poi – sembra fin troppo ovvio come e perché si è verificato il problema. La maggior parte delle recessioni e dei mercati ribassisti non sono così: tendono a sorprendere i banchieri centrali, gli investitori e persino gli economisti. Tutto ciò richiede un po’ di cautela. Negli Stati Uniti e in particolare nella zona euro, la portata della politica monetaria convenzionale è molto limitata. Rimane una questione aperta su come approcci meno convenzionali potrebbero funzionare la prossima volta. Ammesso che le banche centrali dovessero riuscire a venire in soccorso, le cose nel frattempo potrebbero diventare dolorose.

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