Migliora la fiducia delle imprese italiane in maggio: minimo ciclico forse superato, ma le numerose incertezze consigliano cautela

Luca Mezzomo -

In maggio, l’indice Istat di fiducia delle imprese sale da 98,8 a 100,2 in maggio. L’andamento è stato migliore delle previsioni.

A livello settoriale, la fiducia è aumentata in modo generalizzato:

· Manifatturiero: aumento da 100,8 a 102,0, più marcato per i produttori di beni intermedi.
· Servizi: lieve incremento da 99,1 a 99,3
· Commercio: incremento da 101,3 a 102,6
· Costruzioni: aumento da 141,2 a 144,3
· Famiglie: la fiducia migliora da 110,6 a 111,8

Per quanto riguarda le imprese manifatturiere, il miglioramento si riscontra soprattutto nelle attese sulla produzione futura (salite da +3,6 a +5,9), ma anche il giudizio sul livello corrente degli ordini, sebbene ancora negativo, è un po’ migliorato (-11,3 da -11,7). Sarebbe interessante capire se le risposte sono state raccolte prima o dopo le notizie sulla nuova escalation della guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina, che ha nuovamente peggiorato le prospettive. Comunque, il miglioramento degli ordinativi riguarda soltanto quelli domestici, non quelli esteri.

Anche l’indagine congiunturale della Commissione Europea pubblicata ieri segnalava un miglioramento del clima di fiducia in Italia rispetto ai minimi di aprile.

La migliorata fiducia delle famiglie non riflette né un giudizio più positivo sulla situazione economica personale, che invece peggiora verso un nuovo minimo (-24,0), né le attese sull’andamento futuro della situazione familiare (pressoché stabili a -6,7). Il miglioramento dipende invece da una valutazione meno pessimistica della situazione economica generale del Paese, che passa da -66,7 a -57,4.

Implicazioni per la crescita: il valore medio dell’indice composito di fiducia delle imprese nel 2019T2 risale da 98,7 a 99,5. L’indicazione è coerente con il PMI composito, che i dati fin qui disponibili danno pure in lieve ripresa, sebbene su livelli teoricamente ancora non coerenti con una crescita positiva. Invece, nell’indagine della Commissione Europea il T2 ha per ora una media ancora inferiore al T1.

Tirando le somme, le indagini congiunturali sembrano segnalare che il punto di minimo è stato raggiunto. Tuttavia, l’andamento del PIL nel primo trimestre è stato più forte di quanto gli indici di fiducia avrebbero suggerito, e nel trimestre corrente l’andamento congiunturale sarà penalizzato dall’inversione di alcuni fattori transitori che hanno agito positivamente nel periodo precedente. Quindi, un’accelerazione della crescita del PIL sembra più probabile nel terzo trimestre che nel secondo, ed è comunque condizionata a una gestione cauta del processo che porterà alla prossima manovra di bilancio e a un miglioramento della congiuntura economica anche nel resto del continente.

Per il trimestre corrente, manteniamo una stima di variazione congiunturale del PIL al massimo nulla, con una stima centrale leggermente negativa (-0,1% t/t).


Luca Mezzomo – Responsabile Analisi Macroeconomica – Intesa Sanpaolo