Banche centrali: è tempo di essere creativi?

Agnieszka Gehringer -

A causa dell’indebolimento delle aspettative di inflazione e delle incertezze della guerra commerciale, le principali banche centrali dovrebbero attuare strategie per prevenire eventuali nuovi rischi.

È plausibile aspettarsi che l’imminente allentamento monetario inizierà con strumenti standard, in particolare i tagli dei tassi di interesse e l’allentamento quantitativo. Tuttavia, in considerazione del calo dell’efficacia marginale degli strumenti standard e delle difficoltà tecniche di attuazione di alcuni di essi, nella prossima fase alle Banche centrali sarà richiesta l’applicazione di strumenti più innovativi.

Allentamento della politica monetaria di primo grado

La percezione comune dell’attuale punto di vista delle banche centrali è che vi sia ancora spazio per una riduzione dei tassi di interesse. Questo è chiaramente il caso della Federal Reserve statunitense, che nell’ultimo “ciclo di normalizzazione” è riuscita a portare i tassi d’interesse a un trascurabile ma positivo 2,5%. Tuttavia, questo punto di vista è anche indicativo di un quadro in cui le banche centrali si trovano di fronte a tassi d’interesse pari o inferiori allo zero.

A causa del danno collaterale potenziale ampiamente riconosciuto dei tassi di interesse negativi, soprattutto per le banche, si identifica spesso la necessità di alcuni meccanismi di compensazione. Alcune banche centrali (la Banca nazionale svizzera, la Banca del Giappone, la Riksbank e la Danmarks Nationalbank) hanno già introdotto i cosiddetti sistemi di tiering dei tassi di interesse, con l’obiettivo di attenuare l’onere dei tassi di interesse negativi sulle riserve detenute dalle banche commerciali nel bilancio della banca centrale. Attualmente si presume che anche la BCE accompagnerà il taglio dei tassi di interesse, ampiamente atteso nella riunione di settembre, con una sorta di sistema di tiering. Non è chiaro quale sarà l’esatto approccio della BCE. Potrebbe, ad esempio, optare per il modello svizzero, in cui le riserve in eccesso delle banche commerciali al di sotto di una certa soglia sono esentate dai tassi di interesse negativi. Oppure seguire il sistema dei certificati di deposito per le riserve in eccesso come la Danmarks National-bank. Tuttavia, a prescindere dalla struttura concreta, il fatto che il sistema europeo delle banche sia molto più eterogeneo di qualsiasi altro sistema nazionale suggerisce che il sistema di tiering nell’area euro potrebbe essere meno efficace e potrebbe, inoltre, causare effetti ridistributivi indesiderati.

Tra le altre opzioni non convenzionali, anche se ormai standardizzate, le banche centrali potrebbero rilanciare il Quantitative Easing (QE). Ad eccezione della BCE, non dovrebbero esserci particolari restrizioni sull’entità e sulla composizione degli asset. In linea di principio, le banche centrali potrebbero acquistare obbligazioni del settore pubblico e delle imprese, nonché azioni e varie categorie di fondi negoziati in borsa (ETF). Per la BCE, il QE è più impegnativo, ma non impossibile da attuare. Il forte argomento a favore di un nuovo QE è sottolineato dalla presunta efficacia dei programmi passati.

Tuttavia, secondo le norme attuali, la BCE è vincolata dallo schema di sottoscrizione del capitale e dai limiti di emissione, che si sono quasi esauriti con l’ultimo round del QE. Al fine di raggiungere una massa critica di asset investibili si dovrebbero ridurre le restrizioni esistenti, oppure la BCE potrebbe decidere di estendere il pool di asset ammissibili ad azioni, ETF e altre classi di asset non ammissibili ai sensi dei programmi passati.

Potrebbe essere inoltre opportuno modificare (a livello di durata e prezzo) i parametri delle cosiddette operazioni di rifinanziamento a lungo termine (LTRO) – con o senza targeting -, per rendere le condizioni di rifinanziamento delle banche ancora più favorevoli di quanto lo siano attualmente.

Infine, vi è una certa convinzione tra le banche centrali che la forward guidance sia ancora un potente strumento per influenzare le aspettative del mercato. Se, da un lato, la forward guidance potrebbe contribuire a rafforzare la credibilità dell’azione della banca centrale, dall’altro lato, essa stessa dipende dalla credibilità della strategia complessiva della banca centrale. Quanto più tempo le banche centrali impiegano a raggiungere i loro obiettivi di politica, tanto più difficile è per gli orientamenti futuri compensare le perdite di credibilità causate dai ritardi.

Come già anticipato, non tutte queste opzioni sono disponibili per tutte le banche centrali. Se le banche centrali sono in anticipo rispetto al “programma”, è probabile che attivino altre misure non convenzionali.

Outlook – come contrastare la contrazione della crescita?

Le principali banche centrali dovrebbero reagire presto con un nuovo stimolo a contrastare l’attuale contrazione della crescita e le crescenti incertezze dell’economia globale. Ci si dovrebbe aspettare un approccio graduale, impiegando in primo luogo a strumenti ben collaudati. Tuttavia, se la contrazione della crescita dovesse trasformarsi inaspettatamente in una vera e propria recessione, approcci più attivi e creativi andranno molto probabilmente a integrare l’arsenale della politica monetaria. E tra questi l’helicopter money è quello che ha maggiori probabilità di emergere. Anche se dubitiamo che le banche centrali stesse siano vicine ad ammetterlo al momento. Ma per fortuna le banche centrali sono note per la loro grande creatività.


Agnieszka Gehringer – Senior Analyst – Flossbach von Storch Research Institute