Inflazione vs mercato del lavoro: come agirá la FED?

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Nel corso della settimana scorsa abbiamo potuto osservare cali significativi sul comparto tecnologico USA: il Nasdaq Composite, l’indice di riferimento più rappresentativo, dal massimo raggiunto nel 2021 (prezzo di chiusura del 26/04) al 13/05, ha perso il 7,7% circa. I mercati, in particolare, hanno dato il via alle vendite per i timori di ulteriori pressioni inflazionistiche, esacerbati dai dati USA pubblicati lo scorso mercoledì.

Nel mese di Aprile i prezzi al consumo americano, escludendo dalla stima i beni con prezzi soggetti a maggiori fluttuazioni, tra cui alimentari ed energetici, sono cresciuti dello 0,9%, ovvero un incremento record dal 2009. Secondo il Dipartimento del lavoro statunitense, inoltre, sono stati rilevati significativi incrementi di prezzo dei veicoli a motore e dei servizi di trasporto e, tra gli altri, un fattore che sta scaturendo la ripresa dell’inflazione concerne il rincaro delle materie prime, con riguardo in particolar modo a quelle che servono per la transizione energetica. Ad esempio, il rame di recente è salito ai massimi storici, con il superamento della barriera dei 10.000 dollari USD per tonnellata. Gli Investitori, dunque, incorporando nei prezzi azionari dei titoli tech l’avvio di un possibile tapering anticipato da parte della Federal Reserve, hanno cominciato a cristallizzare alcuni guadagni ottenuti ad oggi. Tuttavia, si rende necessario specificare che la FED, da un lato, ha dichiarato che questo rialzo dell’inflazione potrebbe trattarsi di un fenomeno transitorio e, dall’altro, non ci si deve dimenticare che persegue un altro importante obiettivo di politica monetaria, ovvero la piena occupazione. A proposito di questo secondo punto, infatti, merita un commento il dato sul mercato del lavoro uscito la scorsa settimana. Molti analisti avevano previsto un aumento di circa un milione di posti di lavoro ad Aprile, tuttavia, ne sono stati creati “solamente” 266mila ed anche il tasso di disoccupazione, contrariamente alle stime, ha registrato un sensibile rialzo al 6,1%, contro aspettative per un 5,8%. Dunque, tra il rischio di stabilità dei prezzi ed un moderato rallentamento del mercato del lavoro, come aggiustare il portafoglio in questo scenario? A livello di comparto azionario abbiamo visto un 2021 costantemente in segno positivo, pertanto si suggerisce di mantenere un’esposizione “blend”, equi ponderando titoli Growth e Value, e valutando una parziale presa di beneficio su quei titoli che hanno corso parecchio negli ultimi mesi.