Inflazione USA: a gennaio indice core PCE conferma le attese ed evidenzia un rallentamento a/a

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Nel primo pomeriggio, il Bureau of Economics Analysis (BEA) del Dipartimento del Commercio USA ha pubblicato i dati sull’inflazione relativa al mese di gennaio negli Stati Uniti. L’indice PCE (personal consumption expenditures) ha evidenziato un rialzo del 2,4% a/a, nel mese di gennaio, in linea con le attese del mercato (a dicembre la crescita è stata del 2,6% a/a). Su base mensile il PCE è salito dello 0,3%. L’indice core PCE (ovvero esclusi energetici ed alimentari), principale indicatore utilizzato dalla Federal Reserve come misura di inflazione) ha mostrato una crescita del 2,8% confermando le previsioni del mercato (a dicembre +2,9%). Su base mensile l’aumento dei prezzi core è stato pari allo 0,4% (mese precedente +0,2% m/m).

Dati in linea con le attese non modificano le nostre attese sulle prossime mosse della FED

Pressioni inflazionistiche in rallentamento su base annuale ma più forti su base mensile (in particolare per la crescita dei prezzi nel settore dei servizi +0,6% m/m). Le cifre macroeconomiche, che non hanno sorpreso in negativo (timori su inflazione più alta del previsto), hanno contribuito a una reazione del mercato positiva su equity (future su S&P500, Dow Jones e Nasdaq 100). Gli investitori mantengono come scenario più probabile una riduzione dei tassi di interesse da parte della FED nel meeting di giugno. Le nostre aspettative sono, invece, per un primo taglio del costo del denaro nella riunione del FOMC di luglio perchè crediamo che il processo di disinflazione negli Stati Uniti sarà molto più lento rispetto a quello in Europa. La crescita dei prezzi core PCE dello 0,4% è l’incremento maggiore degli ultimi 12 mesi. Con queste cifre macroeconomiche (in particolare i brillanti dati sul mondo del lavoro) la FED non può ancora cambiare strategie monetarie.