Valenza e copertura della contrattazione collettiva

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La contrattazione collettiva assume centralità sempre maggiore nel welfare aziendale e nella democrazia economica.   Interessanti a tal proposito sulla sua diffusione nel recente rapporto dell’Istat su Contratti collettivi e retribuzioni contrattuali.

Alla fine di marzo risultano in vigore 39 contratti, che regolano il trattamento economico di circa 8,5 milioni di dipendenti e corrispondono al 64,5% del monte retributivo complessivo. Quest’ultima quota sale all’ 83,8% nel settore privato, differenziandosi per attività economica: 91,8% nel settore agricolo, 97,9% nell’industria e 71,1% nei servizi privati. Nella pubblica amministrazione l’incidenza è pari a zero, in quanto tutti i contratti sono scaduti.

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Nel primo trimestre del 2024, tra i contratti monitorati, sono stati recepiti gli accordi di rinnovo di: studi professionali, alimentari, commercio e servizi socio assistenziali-cooperative sociali; nello stesso periodo sono scaduti nove contratti.

Nel mese di marzo 2024, la quota di dipendenti in attesa di rinnovo è pari al 34,9%, in diminuzione rispetto al mese precedente (53,4%) e rispetto a marzo 2023 (54,5%). Mediamente, i mesi di attesa per i lavoratori con il contratto scaduto sono 29,0, in aumento rispetto allo stesso mese del 2023 (26,6). L’attesa media calcolata sul totale dei dipendenti è di 10,1 mesi, in diminuzione rispetto a quella registrata un anno prima (14,5). Con riferimento al solo settore privato, la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è pari al 16,7%, in diminuzione rispetto al mese precedente (40,4%) e rispetto a marzo 2023 (41,9%). I mesi di attesa per i dipendenti con il contratto scaduto sono 32,3, attesa media che scende a 5,4 mesi se calcolata sul totale dei dipendenti privat

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La retribuzione oraria media nel periodo gennaio-marzo 2024 è cresciuta del 2,8% rispetto allo stesso periodo del 2023. L’indice delle retribuzioni contrattuali orarie a marzo 2024 segna un aumento dello 0,3% rispetto al mese precedente e del 3,0% rispetto a marzo 2023; l’aumento tendenziale è stato del 4,7% per i dipendenti dell’industria, del 2,6% per quelli dei servizi privati e dell’1,6% per i lavoratori della pubblica amministrazione. I settori che presentano gli aumenti tendenziali più elevati sono: legno, carta e stampa (+8,5%), credito e assicurazioni (+7,1%) e settore metalmeccanico (+6,1%). L’incremento è invece nullo per farmacie private, pubblici esercizi e alberghi, telecomunicazioni, ministeri, forze dell’ordine, forze armate e attività dei vigili del fuoco.