Risparmiatori italiani e assicurazioni

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L’esperienza pandemica e l’incertezza legata al periodo inflazionistico e alle diverse guerre sembrano preoccupare gli italiani, che hanno investito nel comparto assicurativo, spingendo i sottoscrittori del ramo salute dal 14 per cento (totale del 2023) a oltre il 17 per cento (totale del 2024). Infine, per quanto riguarda i giovani, scende di poco la presenza del welfare aziendale rispetto al 2023, ma sale l’adesione assicurativa, alla LTC (Long Term Care) e, soprattutto, raddoppia l’adesione al secondo e terzo pilastro pensionistico, quest’ultima percentuale passando da circa il 10 per cento al 20 per cento. Un progresso che è realmente da sottolineare perché va a colmare un ritardo storico italiano rispetto agli altri paesi, oltre a rispondere a un bisogno oggettivo, dati i limiti e le fragilità demografiche del sistema pensionistico pubblico.

Lo sottolinea il Rapporto annuale sul risparmio  di Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi.  Concentrando la attenzione sul settore assicurativo gli uomini sono più protetti rispetto alle donne indipendentemente dalla forma di rischio considerata, mentre i giovani tendono a esserlo meno rispetto alle altre fasce di età.

Possiamo inoltre notare che al Sud la cultura assicurativa è scarsamente diffusa, anche se bisognerebbe controllare i dati per i livelli di reddito, mentre la dimensione del comune di residenza non dà luogo a differenze apprezzabili.

I soggetti in possesso di titolo universitario sono più assicurati rispetto a chi ha un titolo di studio inferiore (ma, anche in questo caso, la spiegazione può essere il reddito sottostante); lo stesso vale per gli imprenditori e liberi professionisti rispetto alle altre categorie professionali considerate.

Come era prevedibile, la percentuale di assicurati cresce col reddito e con l’accumulazione di risparmi, ed è nettamente superiore tra chi possiede una casa rispetto a chi vive in affitto. Questi dati suggeriscono che il fatto che gli italiani siano sottoassicurati dal punto di vista di diversi criteri deriva non solo da un deficit di cultura assicurativa ma anche dalla precarietà finanziaria di molti gruppi sociali con entrate periodiche limitate e capacità di risparmio bassa. Infine, vediamo che, oltre all’assicurazione vita, l’assicurazione per danni alla casa rappresenta una tipologia piuttosto diffusa. Rimangono invece sottoutilizzate le forme di copertura contro le frodi informatiche (cybersecurity), nonostante l’ISTAT abbia documentato un costante aumento dei reati informatici nell’ultimo quinquennio