NS Partners: BCE verso taglio tassi, le prossime mosse dipenderanno dall’inflazione

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Negli ultimi mesi, l’economia dell’Eurozona ha mostrato segni di rallentamento: gli indicatori macroeconomici, inclusi il PIL, la produzione industriale e i dati sull’occupazione, suggeriscono una contrazione dell’attività economica. In risposta a queste dinamiche, si sono intensificate le aspettative di interventi da parte della BCE, in vista della riunione del 6 giugno, per favorire la stabilità economica. Molti investitori, infatti, scommettono che la BCE abbasserà il suo tasso di deposito di riferimento di un quarto di punto percentuale dal suo massimo storico del 4%. A confermare le aspettative è stato Philip Lane, capo economista della BCE, il quale ha dichiarato in un’intervista al Financial Times che, salvo sorprese, si dovrebbe virare verso un taglio dei tassi durante la prossima seduta.

Lane ha sottolineato che una delle ragioni principali per cui l’inflazione è diminuita più rapidamente nell’Eurozona rispetto agli Stati Uniti è da ricondursi al fatto che è stata colpita più duramente dallo shock energetico causato dall’invasione russa dell’Ucraina. Un aspetto importante da considerare è la crescita salariale nell’Eurozona, la quale continua a esercitare una forte pressione sui prezzi dei servizi –soprattutto in Germania, dove i salari sono cresciuti del 6,4% nel primo trimestre –  il che potrebbe indurre la BCE ad adottare un approccio più cauto nel tagliare i tassi di interesse. Fondamentale poi il dato sull’inflazione tedesca, che si è attestata al 2,8%, livello addirittura superiore alle aspettative, che ha causato una discesa dell’1,2% nello Stoxx 600 e dell’1.65% nel FTSE MIB, in un solo giorno. Inoltre, molto rilevante il dato sull’inflazione europea, che si è attestata al 2,6% e che potrebbe pregiudicare il ritmo dei tagli futuri. Situazione già vista ad aprile, quando la Fed ha deciso di lasciare invariati i tassi, facendo pensare addirittura di poterli alzare, e ciò ha causato un forte crollo nell’azionario statunitense; infatti, l’S&P 500, ad aprile, ha subito una caduta del 4,4% rispetto al mese precedente. Presumibilmente quindi, un taglio dei tassi di interesse potrebbe offrire diverse opportunità, soprattutto in ambito equity, e in particolare per le aziende capital intensive, che risulterebbero molto agevolate nell’ottenimento di finanziamenti. Al contrario, per quanto riguarda il mercato del debito, i rendimenti delle obbligazioni potrebbero subire una diminuzione, con un impatto positivo sui prezzi dei titoli esistenti. Il mercato valutario, invece, vedrebbe l’euro deprezzarsi rispetto alle principali valute, con un effetto negativo sulle importazioni. In definitiva, è molto importante continuare a monitorare i dati sull’inflazione, visto che potrebbero influenzare il ritmo di politiche monetarie future.