PIMCO: Powell sulle mosse della Fed: È arrivato il momento

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Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell, nel suo intervento di venerdì mattina al simposio di Jackson Hole, ha segnalato l’imminente taglio dei tassi di interesse. In particolare, ha dichiarato che “è giunto il momento di adeguare la politica monetaria”. Il rapporto della riunione della Fed di luglio, pubblicato due giorni prima, ha offerto un indizio simile sull’imminente allentamento della politica monetaria. Lo scenario di base prevede un taglio di 25 punti base a settembre.

Il discorso di Powell ha offerto una motivazione piuttosto familiare per l’avvio dei tagli dei tassi con un’inflazione statunitense ancora al “2 punti e qualcosa”, un po’ al di sopra dell’obiettivo del 2% della Fed. In particolare, ha indicato che la Fed è fiduciosa che siano stati compiuti sufficienti progressi in materia di disinflazione e che si prevede che continuino. Pertanto, poiché il mercato del lavoro statunitense è tornato ad essere più equilibrato, la Fed, con il suo duplice mandato (prezzi stabili e massima occupazione), “non cerca né accoglie con favore un ulteriore raffreddamento delle condizioni del mercato del lavoro”. In altre parole, la Fed di Powell mira a mantenere quel “atterraggio morbido” storicamente raro, in cui gli alti tassi di interesse riducono l’inflazione ma non causano una recessione che innesca un forte aumento della disoccupazione.

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Powell ha dedicato gran parte del suo discorso a una rassegna concisa ed equilibrata sulle cause dell’impennata post-pandemica dell’inflazione globale, che ha raggiunto il picco nel 2022, e del suo successivo rallentamento. Forse il discorso è destinato a essere letto (almeno dai futuri storici dell’economia) come la terza parte – dopo i suoi interventi a Jackson Hole nel 2021 e nel 2022 – della storia della conduzione della politica monetaria in tempo reale da parte di Powell in quest’epoca insolita e volatile.

Segnali, non indicazioni specifiche

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Nel discorso di Powell è mancata una discussione specifica sulla destinazione del tasso dei federal funds alla fine di questo ciclo di allentamento o sul ritmo dei tagli dei tassi lungo il percorso. Al contrario, le osservazioni hanno indicato – riprendendo un linguaggio spesso utilizzato nelle dichiarazioni della Fed – che “i tempi e il ritmo dei tagli dei tassi dipenderanno dai dati in arrivo, dall’evoluzione delle prospettive e dall’equilibrio dei rischi”.

Detto questo, riteniamo che le parole “è giunto il momento” chiariscano che la Fed taglierà i tassi di almeno 25 punti base nella riunione di settembre e che segnalerà, attraverso le sue proiezioni “dot plot”, che sono attesi almeno altri due tagli di 25 punti base nelle restanti due riunioni di quest’anno, a novembre e dicembre. Sebbene la Fed sia solita affermare di essere “dipendente dai dati e non da singoli indicatori”, il rapporto sull’occupazione di agosto, pubblicato il 6 settembre, sarà probabilmente significativo nella discussione “25 contro 50” alla prossima riunione.

I dettagli devono ancora essere messi a fuoco, ma per la Fed la direzione di marcia sembra chiara.