Come gestire i rischi del welfare italiano
Per affrontare e gestire i fattori di rischio per il welfare italiano (dinamiche della finanza pubblica, dinamiche demografiche e divari sociali e nell’accesso ai servizi), il Think Tank “Welfare, Italia” ha identificato cinque modalità operative . In primo luogo l’integrazione delle tecnologia nell’offerta di welfare, poi la gestione integrata della demografia, le politiche infrastrutturali, la valorizzazione del ruolo del privato (profit e no profit) e le nuove politiche del lavoro e della formazione.
La prima modalità operativa individuata, ovvero l’integrazione tecnologica nell’offerta di welfare, si sottolinea, rappresenta un elemento che può contribuire all’erogazione di servizi nei quattro pilastri del sistema sempre più puntuali, efficaci e personalizzabili in base alle richieste dei cittadini. In tal senso, è possibile osservare come all’interno dell’ecosistema di welfare italiano in ambito di evoluzione tecnologica si stanno progressivamente ponendo le basi verso una graduale integrazione e valorizzazione dei dati, come dimostrano i due casi rappresentati dal Sistema Informativo di Inclusione sociale e lavorativa (SIISL) ovvero la piattaforma digitale istituita presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e realizzato dall’INPS volta a favorire l’incontro tra domanda e offerta nel mercato del lavoro italiano, e dall’It Wallet, il primo portafoglio digitale italiano con valore legale che permetterà di gestire i propri dati fiscali, conservare e utilizzare i documenti digitali e i propri metodi di pagamento in modo semplice e sicuro all’interno dell’App Io, effettuando l’accesso tramite Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) o Carta di Identità Elettronica (CIE).
La seconda modalità operativa è quella relativa alla gestione integrata della demografia. Per affrontare i trend demografici particolarmente sfavorevoli per il nostro Paese è infatti necessario adottare un approccio integrato volto a invertire il calo della popolazione e puntare sulla crescita demografica (ovvero sull’aumento del saldo migratorio e naturale) e contestualmente gestire gli impatti dell’invecchiamento (per esempio, promuovendo un invecchiamento attivo e ottimizzando i meccanismi pensionistici).
La terza modalità operativa individuata riguarda le politiche infrastrutturali, le quali rappresentano un fattore fondamentale per lo sviluppo socio-economico di una comunità. Investire in infrastrutture e politiche abitative, infatti, non rappresenta solo uno stimolo alla crescita economica e un’occasione di rigenerazione urbana in ottica sostenibile, ma contribuisce anche al miglioramento della qualità della vita e all’inclusione sociale dei cittadini.
La quarta modalità operativa individuata riguarda la valorizzazione del ruolo del privato nell’offerta dei servizi di welfare. A tal proposito, la previdenza complementare rimane oggi ancora poco diffusa, essendo adottata dal 36,2% dei lavoratori (vs. 84% di Germania e 93% nei Paesi Bassi) e presenta ampi divari territoriali (basti pensare che la Regione best performer, ovvero il Trentino-Alto Adige, presenta un tasso di partecipazione del 63%, 35 punti percentuali in più rispetto al worst performer rappresentato dalla Campania) e di genere (il tasso di partecipazione delle donne è pari al 30,9% contro il 37,5% degli uomini). Inoltre, in Italia, la spesa sanitaria intermediata presenta ancora ampi margini di crescita, pesando solo per l’11,2% del totale (vs il 41,3% della Francia, il 37,8% dei Paesi Bassi, il 26,1% della Spagna e il 18,4% della Germania).
Il quinto ed ultimo elemento delle modalità operative individuato è quello relativo alle nuove politiche del lavoro e della formazione. Appare evidente, infatti, come alla luce dei rapidi mutamenti indotti dall’evoluzione tecnologica, le organizzazioni (pubbliche e private) devono necessariamente ripensare i modelli formativi e le politiche del lavoro per rendere i profili dei lavoratori in linea con le esigenze del mercato del lavoro. A tal proposito, sono da ricordare due recenti novità, si sottolinea, ovvero l’Assegno di Inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro.