Nuveen – Vittoria Trump: quali implicazioni per l’Europa

Laura Cooper, Head of Macro Credit and Global Investment Strategist di Nuveen -

Che cosa bisogna guardare in Europa? 

In futuro, sarà importante osservare quali temi retorici della campagna elettorale diventeranno effettivamente decisioni politiche e cosa sarà immediatamente perseguibile. Le tariffe doganali bilaterali potrebbero essere introdotte attraverso ordini esecutivi, mentre le tariffe globali di ampia portata richiederanno probabilmente l’approvazione del Congresso.

Cosa potrebbe significare per i rendimenti?

Il mercato obbligazionario rimarrà probabilmente il punto focale dei movimenti dei prezzi. I mercati devono fare i conti con un potenziale stimolo fiscale in un momento di forza economica e le implicazioni inflazionistiche potrebbero far salire i rendimenti statunitensi con l’irripidimento della curva. Ciò che sorprende è l’atteggiamento assunto in un contesto inflazionistico senza considerare l’impatto negativo sulla crescita nel caso in cui dovessero essere imposte tariffe doganali diffuse. Le scadenze sono importanti, poiché la sequenza tra l’estensione dei tagli fiscali e l’implementazione delle tariffe avrà un impatto sulla traiettoria di crescita a medio termine.

In Europa, il mercato obbligazionario ha aperto in forte richiesta, con il rendimento del bund tedesco a 10 anni che è sceso sotto il 2,36% con l’irripidimento della curva rialzista. È probabile che si creino ostacoli alla crescita, con implicazioni a catena sulla politica della BCE, anche se nel medio termine è importante non guardare alle reazioni istintive del mercato. I tagli consecutivi di 25 punti base fino a marzo rimangono il nostro scenario di base, anche se i rischi al ribasso per la crescita hanno acquisito slancio.

Il sell-off dell’EUR/USD nelle ultime settimane è stato in gran parte determinato dai tassi, ma si sta sempre più valutando un premio per il rischio tariffario, che riflette i maggiori rischi di crescita per l’Europa legati ai dazi. Inoltre, potrebbero esservi effetti secondari sull’Europa se gli USA imporranno dazi molto più elevati sulle importazioni cinesi, e questo già influisce negativamente sul sentiment in Europa. Resta da chiedersi quanta parte del selloff del 4% circa da metà settembre sia dovuta a un premio per il rischio tariffario.

E la Fed…

Restiamo dell’idea che la Federal Reserve procederà a un taglio dei tassi di 25 punti base. Il rischio più grande è che la Fed sia costretta ad assumere un orientamento più falco a fronte di un impulso più forte alla crescita e, di conseguenza, il riprezzamento dei differenziali dei tassi a termine potrebbe rafforzare significativamente il dollaro, con le altre principali banche centrali che invece continuano ad allentare la politica.

Resta da stabilire quale sarà l’entità dell’allentamento, e questo solleva la questione dell’impatto sulla crescita. La sostenibilità della crescita statunitense in un contesto di rendimenti elevati è discutibile. Inoltre, l’incognita dell’impatto degli effetti di secondo ordine dipende da quali saranno le contromisure, anche se gli Stati Uniti sono un’economia relativamente isolata. Tali effetti potrebbero non essere trascurabili e questo potrebbe impattare sul sentiment delle imprese.