Cresce l’inflazione area EU, cosa farà la BCE?
A novembre l’inflazione dell’area euro è salita al 2,3% su base annua, rispetto al 2% di ottobre, mentre la core, che esclude alimentari ed energia, è rimasta invariata al 2,7%, leggermente superiore attese. I costi dei servizi, pur diminuendo lievemente, si mantengono elevati, mentre i beni industriali non energetici hanno segnato un ulteriore aumento. I dati nazionali mostrano un panorama diversificato: in Germania, l’inflazione è rimasta stabile al 2,4%, mentre in Spagna è aumentata raggiungendo lo stesso livello. Francia e Italiahanno invece registrato incrementi più contenuti, rispettivamente all’1,7% e all’1,6%.
Gli effetti base dei prezzi dell’energia potrebbero determinare un incremento temporaneo nei prossimi mesi, seguito da una probabile riduzione nel medio termine. In vista della riunione della BCE di giovedì prossimo 12 dicembre, il Consiglio direttivo appare diviso: da un lato, alcuni membri spingono per tagli rapidi ai tassi d’interesse per contrastare il rallentamento economico; dall’altro, la persistenza dell’inflazione nei servizi e gli aumenti salariali alimentano un approccio più cauto. Le proiezioni economiche di dicembre giocheranno un ruolo cruciale nel definire la strategia futura, in un contesto aggravato da incertezze geopolitiche e commerciali, inclusa la politica tariffaria statunitense.
Gli ordini di beni durevoli a ottobre negli Stati Uniti hanno segnato un modesto incremento dello 0,2%, trainati principalmente dal settore dei trasporti. Tuttavia, al netto di questi, sono aumentati solo dello 0,1%. Il miglioramento del sentiment aziendale e la fine delle incertezze elettorali potrebbero favorire un’accelerazione degli investimenti nei prossimi mesi.
Il reddito personale è cresciuto dello 0,6% a ottobre, superiore alle attese dello 0,3%, con un sostanziale incremento nel reddito disponibile, mentre il tasso di risparmio personale è salito al 4,4%. Nonostante una spesa reale più contenuta per beni durevoli e servizi discrezionali, l’aumento dei redditi continua a sostenere una solida capacità di spesa delle famiglie, delineando un quadro positivo per i consumi, confermato dal record di vendite online registrato durante il Black Friday.
Il PCE core annuale si è attestato al 2,8% a ottobre, con un incremento mensile dello 0,27%, mentre i dati di agosto e settembre sono stati rivisti leggermente al rialzo. La componente dei servizi finanziari ha contribuito significativamente all’aumento, riflettendo lo slancio positivo dei mercati. Il rallentamento della disinflazione e il miglioramento dei redditi confermano che la Fed potrebbe rallentare il ritmo dei tagli, mantenendo un atteggiamento prudente per bilanciare crescita e inflazione.
I fondi monetari statunitensi hanno continuato a crescere, raggiungendo la cifra record di 6.600 miliardi di dollari a novembre 2024. Questa evoluzione riflette l’incertezza economica globale, i tassi d’interesse elevati e le persistenti tensioni geopolitiche, che hanno spinto gli investitori a parcheggiare liquidità in strumenti a breve termine. Tuttavia, in caso di correzioni significative dei mercati azionari, parte di questi capitali potrebbe essere riorientata verso asset più rischiosi ma con rendimenti potenzialmente più elevati, contribuendo così a limitare eventuali drawdown significativi. Inoltre, un eventuale taglio progressivo dei tassi d’interesse potrebbe accelerare questi flussi verso investimenti più remunerativi.