Trump userà i dazi per stringere nuovi accordi con Pechino
Quando si parla dei dazi statunitensi imposti otto anni fa c’è un importante elemento che passa spesso inosservato. Allora, il Presidente Trump e il rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti avevano messo in piedi un processo in base al quale i produttori statunitensi avrebbero potuto chiedere esenzioni dai dazi. Cosa che è puntualmente avvenuta, tanto che, al termine del primo mandato di Trump, gran parte dei beni che avrebbero dovuto essere soggetti ai dazi risultava invece esentata.
Avendo già assistito a questo processo, riteniamo che diversi player dell’industria americana e globale faranno richiesta di esenzione dai dazi non appena questi verranno introdotti.
Donald Trump ha saputo far leva sul sentiment protezionistico che caratterizza l’elettorato americano e potrà ora utilizzare i dazi come strumento per stringere accordi vantaggiosi. L’accordo più importante, naturalmente, sarà con Pechino. Questo accordo si baserà sul Phase One Deal firmato durante la prima amministrazione Trump. E furono proprio i dazi imposti in quegli anni a creare le condizioni per la firma dell’accordo, che è stato vantaggioso per gli Stati Uniti e che ha reso la Cina il più grande consumatore di prodotti agricoli americani.
La Cina si trova attualmente in una fase di rallentamento economico ma il Presidente Xi ha ribadito la volontà e l’impegno volto a ricostruire la fiducia dei consumatori cinesi e a ripristinare livelli di crescita elevati per l’economia cinese. Il Presidente Trump e il suo team probabilmente considerano l’attuale condizione della Cina come un vantaggio per arrivare a un accordo particolarmente favorevole. Donald Trump potrebbe fare ciò che molti presidenti fanno nel loro secondo e ultimo mandato, ovvero cercare di consolidare l’eredità che lasceranno alla storia americana. Donald Trump si vede, in un certo senso, come un presidente alla Ronald Reagan, un uomo forte disposto a stipulare grandi accordi e a lavorare sfruttando le sue relazioni personali. Trump ritiene di avere stabilito una relazione personale con Xi: durante la sua presidenza ha, infatti, avuto undici diverse telefonate a tu per tu con il leader cinese. Si tratta di un numero importante e ci aspettiamo che anche durante il suo secondo mandato continuerà a rivolgersi direttamente ai vertici di Pechino.
Per quanto riguarda l’impatto dei dazi, gli economisti sono concordi nell’affermare che il costo dei dazi sulle importazioni di beni stranieri in generale si ripercuoterebbe sui consumatori americani. Così è stato durante il primo mandato di Trump, almeno per i beni non soggetti a esenzioni, e così sarà anche in futuro.
Questo rappresenta un elemento di tensione e di attenzione, perché Donald Trump è stato rieletto alla Casa Bianca anche per via dei timori dei consumatori americani per l’inflazione che ha caratterizzato gli anni della presidenza Biden. Trump si presenta quindi con una strategia che minaccia di riportare i consumatori americani a quel tipo di problemi e oneri inflazionistici, una situazione complicata da gestire.