Uno sguardo su Malta: l’evoluzione della giurisdizione dai fenici ai giorni nostri

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Pare davvero strano ma la conoscenza che si ha oggi di Malta è ancora assai vaga e talvolta addirittura vittima di misinterpretazioni o fraintendimenti. Vale quindi la pena di ricordare quali siano i tratti distintivi di quello che è a tutti gli effetti uno Stato membro dell’Unione Europea dal 2004 e facente parte a pieno titolo della white list, ovvero l’elenco dei Paesi che promuovono la trasparenza e cooperano internazionalmente in ambito fiscale.

La storia di Malta affonda le proprie radici nel Neolitico antico, il periodo a cui risalgono gli insediamenti di Tarxien e Hagar Qim, tra le testimonianze di civiltà preistorica più antiche e meglio conservate che si possano ammirare, antecedenti di migliaia di anni alle Piramidi o a Stonehenge. Da questo lontano punto di partenza, Malta è stata caratterizzata dalla presenza di molteplici popolazioni che sono transitate sull’isola e che nel corso dei secoli hanno lasciato una impronta indelebile nella sua società, cultura, religione e lingua. Qui, in questo piccolo ma strategico territorio nel cuore del bacino del Mediterraneo, si sono stabiliti nel tempo ed hanno lasciato tracce concrete Fenici, Greci, Cartaginesi, Romani, Bizantini, Arabi, Normanni, Aragonesi, Francesi ed Inglesi: all’inizio del XIX secolo quest’ultimi fecero di Malta una colonia dell’Impero Britannico segnandone profondamente l’ordinamento fino a quando essa riuscì ad ottenere l’indipendenza nel 1964 e a divenire una repubblica un decennio più tardi.

Dove si è giunti e cosa ha prodotto un tale singolare percorso evolutivo? Oltre all’ovvia abbondanza di testimonianze culturali ed artistiche, vi è una eterogenea ricchezza di elementi che coesistono senza conflitto tra loro e che si possono ritrovare nel sistema educativo e regolamentare, nell’apparato legislativo e giudiziario, nell’amministrazione statale, nel modo di fare business e nella forma di comunicazione. Il diritto civile e penale risulta essenzialmente connesso ai codici napoleonici e al diritto romano mentre l’influenza britannica è palese nella regolamentazione del settore commerciale e nelle leggi per società, banche e assicurazioni.

Malta quindi riesce ad esempio molto bene a coniugare esigenze e a conciliare bisogni relativi tanto ad un soggetto inglese quanto ad uno italiano grazie al proprio impianto normativo che contempla sia common law che civil law. Altro caso emblematico lo si individua nella funzione svolta dall’autorità di vigilanza per i servizi finanziari (la MFSA – Malta Financial Services Authority), modellata sulla matrice anglosassone in termini di rigore e scrupolosità ma restando comunque flessibile e molto accessibile nei confronti degli operatori. Da menzionare anche l’utilizzo combinato della lingua italiana -fattore di estremo beneficio per chi dall’Italia volesse cogliere uno dei plurimi vantaggi offerti dalla giurisdizione maltese- e della lingua inglese, la quale garantisce un posizionamento competitivo sullo scenario internazionale.

E’ vero, negli anni Ottanta Malta ha anche attraversato un certo periodo in cui il proprio sistema fiscale ha indotto il Paese ad essere identificato come centro off-shore, attraendo a sé società ed individui con finalità evasive per quanto concerne la tassazione delle loro attività: tuttavia negli ultimi 30 anni Malta ha saputo avviare e sostenere in modo continuativo un sistematico processo di riforma fiscale allo scopo di  emanciparsi da quel retaggio negativo che gravava sulla sua reputazione e di fare percepire oggi con nitore una immagine nuova e riqualificata della giurisdizione volta a richiamare l’interesse di imprenditori ed investitori esteri alla ricerca di opportunità realmente favorevoli ma comunque inserite in un contesto europeo di piena liceità e trasparenza.

Va quindi definitivamente archiviato il pregiudizio che Malta sia un paradiso fiscale al pari di altre mete esotiche e borderline a cui spesso viene erroneamente associata (Cayman, British Virgin Islands, Figi per citare le più note) se non per il fatto di essere un’isola. Non è nemmeno così scontato rammentare che la valuta corrente a Malta è l’Euro, il quale ha soppiantato la Lira Maltese a partire dall’adesione all’Eurozona nel 2008 (il concetto popolare talvolta ancora circolante a proposito dell’uso della Sterlina Inglese è invece il frutto di pura fantasia dovuto all’eredità di esser stata colonia britannica).

Per maggiori informazioni, scrivere una mail a simone.meneghini@maltalink.org