La Musa dei Mercati – Campanello d’allarme
Nvidia ha pubblicato risultati solidi ma non strabilianti, deludendo le aspettative di un mercato abituato a numeri da record. Emergono timori su margini e domanda futura. Nel frattempo, il secondo mandato di Trump continua a generare incertezza, tra tagli alla spesa e nuove barriere commerciali, con effetti divergenti su azioni e obbligazioni.
L’inizio del secondo mandato di Trump sta già lasciando il segno, tra proclami e azioni, sia sul piano interno che su quello estero. Negli Stati Uniti, il governo ha avviato misure per contenere la spesa pubblica, tra cui la creazione del Dipartimento per l’Efficienza USA (DOGE), guidato da Elon Musk, con l’obiettivo di ridurre fino a 2.000 miliardi di dollari la spesa federale in modo molto aggressivo. Parallelamente, Trump ha intensificato le politiche protezionistiche, firmando un ordine esecutivo per valutare dazi sul rame, ultima mossa della sua strategia commerciale. Questo approccio sta iniziando a pesare sull’economia. L’indice PMI dei servizi ha registrato un calo significativo, spingendo il Citigroup Economic Surprise Index ai minimi da settembre. L’azione del governo viene percepita come potenzialmente negativa sul PIL nel breve termine, portando i rendimenti dei Treasury decennali ai minimi da oltre due mesi. Il mercato, focalizzato sull’inflazione da dazi, è stato colto di sorpresa. Un rallentamento dell’economia potrebbe spingere la Fed a rivedere il Quantitative Tightening. I verbali della riunione di gennaio mostrano cautela sui tagli ai tassi, mentre prende piede l’ipotesi di sospendere la riduzione del bilancio. All’estero, l’amministrazione Trump sta aumentando la pressione sulle nazioni europee per maggiori contributi alla sicurezza, con effetti tangibili sui mercati obbligazionari. In Germania, la vittoria della CDU/CSU guidata da Friedrich Merz apre la strada a una possibile Grosse Koalition e a un piano di difesa da 200 miliardi di euro.
I Bund trentennali hanno sottoperformato rispetto alle altre scadenze, causando un irripidimento della curva dei rendimenti. Anche l’azionario ha mostrato segnali di fragilità. Il premio al rischio azionario negli Stati Uniti resta vicino allo zero, rendendo teoricamente l’investimento poco attraente rispetto all’obbligazionario. Con valutazioni elevate dei Magnifici Sette, gli investitori guardano con crescente interesse ai mercati europei e asiatici, dove le valutazioni sono più favorevoli. Dopo anni di sottoperformance, i titoli europei stanno parzialmente recuperando il gap, sostenuti dalla speranza di un cessate il fuoco in Ucraina e di una pace duratura. Tuttavia, un elemento da non sottovalutare è la “put di Trump”. Il Presidente ha sempre considerato il mercato azionario un indicatore del suo successo politico e potrebbe intervenire in caso di cali significativi. Questo scenario offre un supporto implicito, ma resta da vedere fino a che punto l’amministrazione tollererà eventuali correzioni prima di agire. In sintesi, le politiche di Trump stanno aumentando l’incertezza globale, con mercati azionari e obbligazionari che tendono a muoversi in direzioni divergenti.