BCE: atteso un altro taglio dei tassi tra debolezza interna e tensioni commerciali
La Bce taglierà di nuovo i tassi a marzo: per AXA IM l’allentamento continuerà nonostante i falchi.
Aumentare la spesa europea per la difesa sta diventando sempre più pressante: i vincoli fiscali potrebbero tuttavia risultare un ostacolo per molti Stati membri, come nel caso della Francia.
La situazione dal punto di vista macro si sta inasprendo negli Stati Uniti – anche lì sarà presto necessaria una difficile conversazione sugli aspetti fiscali.
La riunione di questa settimana della Banca Centrale Europea nasce sotto stelle infauste, stretta fra la debolezza interna e l’incertezza sulle relazioni commerciali con gli Stati Uniti. Ci si aspetta un altro taglio di 25 punti base, ma la conversazione in seno al Consiglio direttivo sta diventando sempre più difficile, poiché la fascia del “tasso neutrale” è ormai in vista. Continuiamo a pensare che la bilancia dei rischi sia ora così palesemente sbilanciato verso il basso che la Bce dovrà “attraversare la neutralità” e portare il suo tasso di policy all’1,5% entro la fine dell’anno, ma la forward guidance della Banca Centrale potrebbe diventare ancora più blanda.
Visto il rischio crescente di un ritiro militare degli Stati Uniti dall’Europa, l’Unione europea è chiamata ad aumentare la spesa per la difesa – il che come minimo ridurrà il volume di inasprimento fiscale atteso, dal momento che ci sono limiti alla quantità di spesa extra che potrebbe essere finanziata da tagli ad altri capitoli di spesa o da aumenti della tassazione, data la spinta populista che molti governi stanno affrontando. In linea di principio, questo dovrebbe rendere la Bce più cauta nel fornire accomodamento monetario – ma l’aspettativa di una maggiore spesa per la difesa sta ponendo un limite al livello dei tassi di interesse a lungo termine. Riteniamo che la Banca centrale dovrà tenere conto dell’inasprimento netto delle condizioni finanziarie complessive quando calibrerà il suo orientamento politico, soprattutto perché il Quantitative Tightening in corso è un’altra fonte di “resilienza dei rendimenti”. Tuttavia, anche con una Bce in versione “comprensiva”, alcuni Stati membri stanno arrivando al limite del loro spazio fiscale, un altro motivo che ci spinge a pensare che sia necessario un finanziamento congiunto dello sforzo militare europeo.
Sebbene gli Stati Uniti siano una delle principali fonti di disruption per l’Europa, oltreoceano le condizioni interne potrebbero peggiorare più rapidamente di quanto pensassimo. La fiducia dei consumatori si sta deteriorando, in quasi tutti i componenti: negli USA, c’è del nervosismo per quanto riguarda l’inflazione, le prospettive di lavoro e il mercato finanziario. La scorsa settimana, la Risoluzione di bilancio approvata dalla Camera ha rappresentato una svolta per i Repubblicani – ma vogliamo sottolineare che non copre tutte le promesse della campagna elettorale fatte da Trump. Anche a Washington DC si profila una complicata conversazione sugli aspetti fiscali.