Generali Asset Management: Bond governativi, scenario ancora favorevole allo spread italiano

Massimo Spagnol, fixed income portfolio manager di Generali Asset Management -

L’evento principale della settimana è stato la riunione della BCE con un ulteriore taglio di 25 punti base, come previsto dal mercato. La sorpresa è arrivata durante la sessione di commento, quando Lagarde ha dichiarato che la BCE si sta “avvicinando alla fine di un ciclo di politica monetaria che stava rispondendo a shock concatenati”. Un ulteriore taglio potrebbe avvenire solo entro settembre, in occasione del prossimo aggiornamento delle proiezioni macroeconomiche. La reazione del mercato è stata negativa, con tassi più elevati, in particolare nella parte corta delle curve dei rendimenti.

Per quanto riguarda la guerra commerciale, non ci sono stati progressi significativi, tranne l’indicazione di un imminente incontro tra delegazioni statunitensi e cinesi per riprendere il dialogo, che attualmente sembra essere in stallo dopo la sospensione dei dazi fino a luglio. Dal punto di vista macroeconomico, i dati sul mercato del lavoro statunitense, pur superando le aspettative, segnalano ancora un potenziale rallentamento della dinamica di crescita. I Treasury statunitensi hanno iniziato la settimana a 4,42% e si sono chiusi a 4,45% (+3 punti base). I rendimenti reali a 10 anni sono saliti a fine settimana a 2,18% (+12 punti base), mentre i tassi BE si sono leggermente ridotti a 2,31%.

Per quanto riguarda la forma della curva statunitense, la differenza tra 2 e 30 anni si è ridotta a 94 bps (-10 punti base), indicando una curva più piatta. Il mercato continua a prevedere due tagli dei tassi negli Stati Uniti nel quarto trimestre dell’anno, con una probabilità dell’80% per il secondo. La nostra view sui tassi statunitensi è neutrale-difensiva, soprattutto sui maturi più lunghi, a causa delle crescenti preoccupazioni fiscali.

I rendimenti Bund tedeschi hanno chiuso la settimana a 2,56% (+5 punti base), i rendimenti reali a 10 anni sono saliti a 0,68% (+4 punti base), e i tassi BE a 10 anni sono leggermente aumentati a 1,71%, così come le aspettative di inflazione a 5Y5Y (2,08%). La differenza tra 2 e 30 anni in Germania si è ridotta a 112 punti base (-8 punti base).

Lo spread transatlantico si è mantenuto invariato a 191 punti base, anche se ha sperimentato alta volatilità durante la settimana (min 178, max 195). Lo spread BTP/Bund a 10 anni si è ulteriormente ridotto a 92 punti base (-5 punti base). Il mercato prezza un taglio della BCE durante l’ultimo trimestre dell’anno. Manteniamo una view moderatamente positiva sui rendimenti dei Bund sopra il livello di 2,6%; d’altra parte, data l’incertezza economica e la pressione sui segmenti più lunghi delle curve dei rendimenti globali, sarà difficile vederli sotto il 2,4% nel prossimo futuro. Lo scenario attuale è ancora favorevole allo spread italiano, che continua a muoversi sotto i 100 punti base e potrebbe consolidarsi ulteriormente nelle prossime settimane, a condizione che non si verifichino fasi di risk-off o picchi di volatilità dovuti a notizie internazionali o geopolitiche.