Falcone e Borsellino. Il docufilm “Il fuoco della memoria” in seconda serata su “RAI 1” sabato 19 luglio
L’eredità di due eroi civili
L’obiettivo del regista Ambrogio Crespi (nella foto) e dei promotori del progetto è chiaro: riportare la memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino là dove può fare più effetto, partendo banchi di scuola e ora sul principale canale TV italiano. Non per celebrare, ma per educare. Come sottolineato in una riflessione condivisa dall’Università di Palermo: «La memoria non basta. Va trasformata in responsabilità. Bisogna scegliere da che parte stare».
Un progetto educativo nazionale 
Il docufilm è stato proiettato gratuitamente durante la Settimana della Legalità, dal 19 al 23 maggio 2025, coinvolgendo circa 50.000 classi e quasi un milione di studenti in tutta Italia. Un’iniziativa resa possibile grazie alla collaborazione tra il Ministero dell’Istruzione, Media One, PSC Proger Smart Communication, Biondani TMG, Digital Identity e il Dipartimento DEMS dell’Università di Palermo.
Ma il successo del progetto non si è limitato al mese di maggio. Durante l’intero anno scolastico 2024/25, il docufilm è stato proiettato in oltre 200 scuole e atenei, toccando ogni angolo del Paese. Eventi di particolare rilievo si sono tenuti anche presso il Consiglio Superiore della Magistratura e la Camera dei Deputati, con la partecipazione di centinaia di studenti.
Un racconto corale per una memoria viva
Il fuoco della memoria è molto più di un documentario: è un mosaico di testimonianze dirette e sentite, che intreccia le voci di familiari delle vittime di mafia, magistrati, giornalisti, investigatori e docenti universitari. Racconta gli attentati di Capaci e via D’Amelio con uno sguardo che non indulge nel pietismo, ma che punta a trasmettere un’eredità etica e civile.
Il film si apre con una citazione tagliente di Aldo Sarullo: «C’è una differenza tra uomini e topi… i mafiosi sono consapevoli della fogna in cui si trovano… quindi sono topi».
Tra gli interventi più intensi, quelli di Fiammetta Borsellino, figlia del giudice Paolo, e di Pietro Grasso, ex procuratore nazionale antimafia. A dominare è il concetto di “memoria attiva”: non il semplice ricordo del passato, ma l’impegno a farne tesoro per trasformare il presente.
Come ha spiegato Nino Blando, coautore del docufilm: «La memoria è qualcosa di personale, intimo… ma è essenziale perché senza di essa non ci sarebbe alcun rapporto con il passato. Costruire una storia più ampia richiede la sintesi delle memorie individuali».
Il docufilm “Il fuoco della memoria” in seconda serata su “RAI 1” sabato 19 luglio.

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