Fed: la stretta arriverà a fine anno

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Ne sono convinti la gran parte degli operatori, dopo i verbali resi noti ieri sera. Il rialzo dei tassi era stato rimandato sui timori della crisi cinese e del calo dell’inflazione

Erano molto attesi dagli operatori i verbali che il Fomc (il comitato di politica monetaria) della Federal Reserve americana ha reso noti ieri sera, dopo il rinvio della stretta monetaria avvenuto nell’ultima riunione dello scorso 17 settembre.
Ebbene, ieri sera si è potuto apprendere che in quella occasione la Banca centrale statunitense ha ritenuto “opportuno attendere”, per via dell’impatto sugli Usa della crisi economica della Cina, ma anche per l’apprezzamento del dollaro e per il calo dell’inflazione.

La decisione è stata presa a larga maggioranza “dopo aver valutato le prospettive dell’attività economica, del mercato del lavoro e dell’inflazione e dopo aver valutato le incertezze legate alle prospettive, tutti, ad eccezione di uno, hanno concluso che, sebbene l’economia americana si sia rafforzata, le condizioni dell’economia non legittimavano un aumento nella gamma dei target per i tassi Fed fund nell’incontro”, ha messo nero su bianco o staff del presidente Janet Yellen.

Una frase, contenuta nelle “Minute” della Fed, alimenta ora la previsione sulla data del prossimo rialzo dei tassi: quel “le prospettive della crescita economica non sono peggiorate sensibilmente” che si legge nei verbali spinge infatti gli operatori a scommettere che la tanto a lungo rimandata decisione sarà presa dal Fomc della Fed dopo le riunioni in calendario per il 16-17 dicembre prossimi.