Tagli alla produzione: il petrolio vola a 35 dollari

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L’Arabia Saudita propone una riduzione fino a 5% dell’offerta da parte di ogni Paese a sostegno dei prezzi del greggio e le quotazioni si impennano

Gran rialzo delle quotazioni del petrolio sui mercati internazionali dopo che si profila un’azione concreta per il taglio della produzione.
I futures sul Brent del Mare del Nord sono arrivati a superare la soglia dei 35 dollari al barile, record da tre settimane, con un progresso del 29% rispetto al minimo di 27,10 dollari toccato appena la scorsa settimana.

La notizia di una richiesta di taglio alla produzione è giunta da San Pietroburgo, dove il ministro russo per l’Energia, Alexander Novak, ha annunciato l’intenzione dell’Arabia Saudita di proporre una riduzione fino a 5% dell’offerta da parte di ogni Paese a sostegno dei prezzi del greggio.

La disponibilità di Mosca a una riduzione, nota da qualche tempo, è stata in questa circostanza ribadita ma a condizione che l’Opec riesca a convocare il mese prossimo un vertice allargato ai Paesi fuori dal cartello.

L’apertura a un taglio alla produzione giunta da parte dei Sauditi, primi produttori mondiali e sostenitori fino a ieri di una politica intransigente sul mantenimento dei livelli produttivi nonostante il crollo dei prezzi, permette di ipotizzare un cambiamento di scenario nella guerra del petrolio, cui sicuramente non è estranea la circostanza del ritorno sui mercati del greggio iraniano, libero da sanzioni.
Ovviamente un cambiamento è ancora piuttosto remoto, ma basta a investitori e speculatori per manovrare sui mercati.