Energie pulite: la Cina fa crollare gli investimenti

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Nel primo trimestre il calo, a livello mondiale, è stato del 12%. Ma in Europa continua la crescita

Gli investimenti mondiali nelle energie pulite sono scese, nel primo trimestre del 2016, a 53,1 miliardi di dollari, il 12% in meno rispetto ai 60,5 miliardi dello stesso periodo del 2015. Rispetto al trimestre precedente, quando il totale fu di 68,1 miliardi, il calo è di ben il 22%.

A fornire i dati è Bloomberg New Energy Finance, la divisione di Bloomberg dedicata alle energie rinnovabili, che sottolinea come il calo sia da attribuire principalmente a un “cambio di passo” nell’attività della Cina. Gli investimenti in energie pulite nel paese asiatico sono infatti crollate del 50% rispetto all’ultimo trimestre del 2015 e del 37% rispetto al periodo gennaio-marzo 2015, ammontando a soli 11,8 miliardi. I produttori di energia eolica e solari si sono presi una pausa, spiega l’agenzia, dopo la corsa fatta l’anno scorso per approfittare di agevolazioni tariffarie che sarebbero poi scadute.

Negli Stati uniti gli investimenti sono rimasti più costanti: con 9,7 miliardi gli Usa segnano un calo del 7% rispetto al trimestre precedente, ma una crescita del 9% rispetto a un anno fa.

L’Europa è invece la regione dove la crescita è stata più costante, grazie anche ai finanziamenti di tre importanti progetti di energia eolica che hanno spinto gli investimenti a 17 miliardi, con una crescita del 22% su base trimestrale e del 70% su base annuale.

“I fondamentali alla base degli investimenti mondiali nelle energie pulite restano forti”, commenta Michael Liebreich, presidente del comitato consultivo di Bloomberg New Energy Finance. “Secondo le nostre più recenti analisi, il solare fotovoltaico e l’eolico stanno riducendo nuovamente i loro costi, e diventando molto competitivi, nonostante i bassi prezzi di carbone, petrolio e gas. Ma la Cina l’anno scorso ha pesato per oltre un terzo su tutti i nuovi finanziamenti, e per questo ciò che succederà in quel paese sarà cruciale per la produzione mondiale”.