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Prezzi case: dal 2007 le zone centrali perdono meno grazie anche agli immobili di qualità

Nel secondo semestre del 2015 le quotazioni delle abitazioni delle grandi città italiane hanno registrato un ribasso dell’1,8%. L’analisi dei prezzi fatta per zone centrali, semicentrali e periferiche in questo periodo ha visto una performance decisamente migliore per le aree centrali (-0,5%), seguite da quelle semicentrali (-2,1%) ed infine da quelle periferiche (-2,2%).

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Dal secondo semestre del 2007, anno in cui è iniziata la discesa del mercato immobiliare, sono state le aree periferiche a perdere maggiormente valore (-40,8%), mentre le zone centrali hanno subito una diminuzione del 30,3%. In queste aree infatti si concentrano spesso immobili di qualità, di tipologia signorile che il mercato ha premiato in questi anni di ribasso dei valori immobiliari.

Tra le zone centrali delle grandi città il migliore risultato in assoluto spetta al centro di Milano che, dal 2007, ha perso soltanto il 9,5%. Al contrario le zone periferiche spesso ospitano immobili di qualità medio bassa, tipologie che sono state più penalizzate durante il periodo di crisi. Infatti, negli anni del boom del mercato, queste soluzioni immobiliari erano acquistate da acquirenti con bassa disponibilità di spesa, spesso immigrati o monoreddito e che ricorrevano a mutui importanti. La restrizione del credito ha di fatto reso difficile l’accesso al mercato immobiliare di queste categorie di compratori, con la conseguenza che la domanda ed i prezzi in queste zone sono diminuiti in modo più sensibile.

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I primi mesi del 2016 danno segnali di ritrovata fiducia: i prezzi bassi, uniti ad una maggiore disponibilità ad erogare da parte degli istituti di credito, stanno riavvicinando le persone al mercato immobiliare. E questo segnale si è registrato nelle zone centrali, semicentrali e periferiche, ovunque ci fosse un buon rapporto tra prezzo e qualità dell’immobile.


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