Ancora in affanno i prestiti a famiglie e imprese

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Leggero calo ad agosto, meglio le famiglie delle aziende. I flussi vanno prevalentemente a ristrutturazioni e rinnovi dei crediti esistenti. Manca la domanda per investimenti

Sono risultati in lieve calo, ad agosto, i finanziamenti da parte delle banche a famiglie e imprese. Lo ha misurato, come di consueto, il bollettino mensile dell’Abi che certifica come lo stock dei finanziamenti in essere nuclei famigliari ed aziende sia risultato in calo tendenziale dello 0,3%, dopo il -0,6% di luglio.
Il totale dei prestiti all’economia, che include anche la pubblica amministrazione, è in calo frazionale dello 0,2% su anno.

Presentando il rapporto, il vice direttore generale dell’Abi Gianfranco Torriero ha spiegato che manca ancora una domanda di finanziamenti di investimenti e per operazioni straordinarie, come fusioni ed acquisizioni, e i flussi sono prevalentemente alimentati da ristrutturazioni e rinnovi dello stock di crediti esistenti.
“C’è abbondante offerta disponibile che le banche hanno tutto l’interesse a non lasciare inutilizzata, dato che verrebbe remunerata a tassi negativi in Bce”, ha detto Torriero che ha anche toccato il tema della qualità del credito sottolineando come in questo momento ci sia “molta competizione tra gli istituti per finanziare i prenditori di migliore qualità”.

Naturalmente il rischio che le banche vogliono evitare è di veder crescere i crediti deteriorati, in una fase in cui le sofferenze nette continuano a salire per effetto della crisi economica.
A luglio le sofferenze nette sono state pari a quasi 85 miliardi di euro rispetto a 83,7 miliardi di giugno. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è risultato pari al 4,76% a luglio 2016 e 4,66% a giugno 2016.

Nel complesso i segnali più incoraggianti sono arrivati dal versante dei mutui alle famiglie: “A luglio 2016 – dice l’Abi – l’ammontare complessivo dei mutui in essere delle famiglie ha registrato un variazione positiva di +1,8% nei confronti di fine luglio 2015 (quando già si manifestavano segnali di miglioramento)”.

Invariato, infine, l’andamento della raccolta. I depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine), sono cresciuti a fine agosto del 4,6% di oltre 58 miliardi su anno.
Si conferma invece debole, sempre su base annua e più consistente, la raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni. Ad agosto il calo è stato del 15,5%, segnando una diminuzione su base annua in valore assoluto di quasi 62 miliardi di euro.
Il saldo è quindi negativo, in calo percentuale su base annua dello -0,2%.