La sostenibilità non è nemica dei rendimenti

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Secondo uno studio di Morningstar si tratta di un luogo comune senza fondamenta

L’idea che gli investimenti sostenibili siano penalizzati dal punto di vista delle performance rispetto a quelli che non adottano una particolare attenzione agli aspetti ambientali, sociali e di governance, è “un luogo comune privo di fondamenta”. Lo afferma Jon Hale, Head of Sustainable Research di Morningstar, autore di un recente studio.

La ricerca mostra, al contrario, come il crescente numero di investitori interessati ai temi Sri possa ottenere rendimenti competitivi pur rispondendo alle proprie esigenze di sostenibilità.

Il report (intitolato Sustainable Investing Research Suggests No Performance Penalty), analizza portafogli, fondi comuni e indici con un mandato socialmente responsabil, e rivela che questi tendono ad avere rendimenti in linea con quelli tradizionali, se non addirittura superiori.

Il parametro di valutazione è il Morningstar Rating (le stelle) nel periodo 2002-2016, che indica come i fondi sostenibili abbiano una maggiore concentrazione nel segmento a tre e quattro stelle rispetto all’universo fondi nel suo complesso. Ma il loro andamento è positivo. Infatti, c’è una leggera inclinazione verso l’alto del rating: i cinque stelle superano quelli a una stella soltanto (8,4% contro il 7,1%) e i quattro stelle sono più dei due stelle.

Diversi studi dimostrano che i fondi che adottano esclusivamente criteri di esclusione di determinate industrie possono avere una qualche forma di penalizzazione dei rendimenti. Mentre, includere i fattori ambientali, sociali e di governance (Esg) nel processo di costruzione del portafoglio può produrre risultati positivi.