Unicredit, mega-aumento di capitale e 6.500 esuberi

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Con il piano denominato Transform 2019, cessioni di attività estere e Npl e una riduzione complessiva di 14mila dipendenti entro il 2019

Il prossimo 12 gennaio l’assemblea straordinaria dei soci di Unicredit è convocata per deliberare un aumento di capitale da 13 miliardi interamente garantito e u generale riassetto definito nel piano cosiddetto Transform 2019 che prevede, tra l’altro, la cessione di un pacchetto di sofferenze da 17,7 miliardi e ulteriori esuberi netti per 6.500 unità con una riduzione complessiva di 14mila dipendenti entro il 2019.

Secondo quanto dichiarato dal ceo Jean Pierre Mustier in conference call con i giornalisti, l’aumento di capitale di Unicredit da 13 miliardi di euro si terrà “entro la fine del primo trimestre del 2017” spiegando che la vicenda del Monte dei Paschi di Siena non avrà conseguenze sull’operazione. “Siamo molto fiduciosi che la situazione di Mps si risolverà prima della fine dell’anno e non avrà alcun impatto sul nostro aumento di capitale” ha aggiunto.

Sul versante dei tagli al personale, Unicredit pianifica un 21% di riduzione della forza lavoro in Italia a far data dal 2019.
Si tratta di un quinto dei dipendenti. E’ prevista anche la chiusura di 800 filiali.
Nel piano strategico si prevedono risparmi annui ricorrenti netti per 1,7 miliardi di euro dal 2019 e un rapporto costi/ricavi del gruppo bancario inferiore al 52% dal 2019. Inoltre una migliore redditività con Rote (return on tangible equity) superiore al 9% dal 2019 e un politica di distribuzione dei dividendi cash compresa tra 20% e 50%.
Al 2019 inoltre viene visto un costo del rischio del gruppo a 49 punti base, in calo di 40 punti base rispetto al 2015.
Per questo esercizio (2016) la banca non pagherà dividendi.

Con le cessioni di Pekao, Pioneer Investments, delle attività in Ucraina e del 30% di FinecoBank annunciate nei mesi scorsi i conti dei primi nove mesi riclassificati vedono un utile netto di 1,4 miliardi e non di 1,8 miliardi come era stato comunicato a novembre.

Ancora sull’aumento di capitale, in opzione c’è già un accordo di pre-underwriting con un gruppo di banche guidate da UniCredit Cib, Morgan Stanley e Ubs come structuring adviser e BofA-Merrill Lynch, JPMorgan e Mediobanca come joint global coordinator e joint bookrunner.
Le banche firmeranno un contratto di garanzia per la sottoscrizione delle nuove azioni rimaste eventualmente inoptate.