Pechino, commercio estero in rosso

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E’ la prima volta in tre anni. Febbraio si è chiuso con un deficit commerciale di 9,1 miliardi di dollari (oltre 60 miliardi di yuan) dopo un consistente surplus a gennaio

Non succedeva da ben tre anni, eppure a febbraio il bilancio commerciale estero cinese ha chiuso in rosso e neppure di poco.
Il deficit ammonta a 9,1 miliardi di dollari (l’equivalente di oltre 60 miliardi di yuan) e arriva dopo un surplus, registrato a gennaio, di 51,3 miliardi.
Qualche esperto suggerisce però cautela nella lettura di questo dato, che potrebbe essere disturbato dalla volatilità indotta dalle festività del capodanno lunare.

Ad affondare i conti con l’estero di Pechino ha contribuito soprattutto il balzo delle importazioni (+38,1%) a 129,2 miliardi di dollari, che non è un dato completamente negativo perché segnala una crescita dell’attività economica e, dunque, un aumento dei consumi di materie prime e una crescita della domanda.
Il boom edilizio che previsto da tempo ha in effetti spinto i costruttori cinesi ad acquistare commodities di ogni genere: dal rame al ferro, dalle materie prime energetiche al carbone.

L’export, infine, è risultato in calo dell’1,3% a 120,1 miliardi di dollari.